Educare

Una riflessione per i genitori prima delle vacanze

Genitori Cari genitori, anche quest’anno siamo giunte alla nostra chiusura per ferie.
Invece di arrivarci con passo stanco e sudato però, tiriamo giù le saracinesche dell’Oasi dopo aver scosso un po’ l’angolo di rete che occupiamo proponendo alcune riflessioni (qui, qui e qui), che hanno avuto il potere di innervosire le dita sulle tastiere di molti lettori dell’Oasi.

Nonostante gli argomenti fossero di diversa natura, lo scenario era sempre lo stesso: un numero piuttosto sostanzioso di persone, dotate di connessione internet, con molto tempo a disposizione, poco altro nella testa a distrarle e una spiccata disposizione a non riflettere prima di parlare, ha dato il via a linciaggi mediatici contro genitori sconosciuti, giudicando e condannando senza pietà.
Le riflessioni proposte hanno come fondo un messaggio che è per fortuna stato colto dalla maggior parte degli utenti, preservando quel po’ di speranza nell’umanità che ancora alberga nel mio cuore.
Il messaggio è semplice: empatia e compassione verso altri genitori.
Empatia e compassione sono due risposte emotive che spingono l’individuo a sentire le profonde emozioni altrui, a comprendere il suo dolore, la sua sofferenza (o le sue gioie) e che portano a desiderare di intervenire per alleviare ciò che affligge l’altro, sia esso un conoscente o qualcuno lontano fisicamente, culturalmente e spiritualmente da noi.

genitoriSull’Oasi si scherza, si ride, si critica anche (cercando di argomentare tale critica per non farla diventare sterile, o per lo meno si prova), ma sotto sotto, nella bottiglia gettata tra le onde del web, il messaggio è sempre lo stesso: è facile sbagliare, nonostante l’amore che si prova verso i nostri figli.
Essere empatici e comprensivi, non significa come molti pensano, giustificare gli altri, essere falsi buonisti e in poche parole, idioti.
Significa che si è coscienti che i nostri limiti, le nostre paure e incertezze sono comuni a tutti e che le battaglie e le sofferenze altrui, spesso sono nascoste, silenziose, così come possono essere le nostre.

Siamo diventati così aridi e vuoti dal far prevalere la frustrazione e la rabbia sulla capacità di accogliere e rispettare l’altro? Siamo così ipocriti e vacui dal pensare che postando su Facebook frasi ispirate sulla vita, il nostro dovere di esseri umani sia compiuto? È mai possibile che le nostre menti e i nostri cuori si siano atrofizzati a tal punto da spingere persone per bene ad augurare la morte ad altri esseri umani?
Come immaginiamo il mondo in cui vivranno i nostri figli? Chiuso, soffocato dalla paura del diverso, terrorizzato da pericoli e minacce parzialmente reali o completamente immaginarie? Come vogliamo che crescano i nostri figli? Pronti ad odiare, a vessare i più deboli, ad essere sospettosi di tutto e tutti e a reagire come bulli violenti nei confronti di chi non comprendono?

genitoriNon penso. Eppure tra i messaggi e i commenti di tanti genitori ultimamente è questo lo scenario che vedo.
Saper difendersi dai pericoli e non essere ingenui nei confronti del male, non implica per forza l’odio, la guerra, la discriminazione.
Spesso leggo riflessioni che cominciano e finiscono con un “Ma dove andremo a finire?”, “Ma in che mondo viviamo?”, “Sono tutti pazzi, ho paura, fatemi scendere!”.
Quello che vedo è l’incapacità di comprendere la responsabilità di ognuno di noi dietro ogni tragedia, così come il merito dietro ogni bellezza che capita nel mondo: nel nostro piccolo noi famiglie siamo fabbriche di umanità, nel bene e nel male.
Così come si insegna ai bambini a camminare, si insegna loro ad ascoltare attentamente le parole che sentono e ad osservare accuratamente le azioni attorno a loro.
Così come si insegna loro a leggere a scrivere, si insegna ad aiutare il più debole, ad opporsi agli arroganti, a combattere i soprusi, a compatire chi soffre e non ha voce.
Non c’è bisogno di essere paladini ed eroi straordinari. Basta vivere ogni giorno come persone per bene e trasmettere lo stesso modo di essere ai nostri figli.
Ogni grande evento nel mondo comincia con un piccolo gesto, con una parola e noi genitori abbiamo il potere e la responsabilità di scegliere se usare un gesto e una parola di pace e compassione o una d’odio e chiusura e insegnare lo stesso ai nostri figli.

…Take comfort from your friends… you are not alone. Hold on… everybody hurts sometimes… hold on… you are not alone… hold on…

P.S. Ci rileggiamo Lunedì 29 Agosto. Buone vacanze e meditate cari genitori, meditate!

 

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

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