Post parto

Pura questione organizzativa. E di tanta consapevolezza …

 

“Lascia faccio… io?!”.

Cos’è, siamo state dotate dell’animo di una kamikaze?

Come è potuto venire in mente una cosa simile alla nostra antenata?!

Ok, la sua buona fede ci ha messo lo zampino spingendola a soddisfare determinate  esigenze che potevano avere una interpretazione del tipo: “chi fa da sé fa per tre, meglio sole che male accompagnate, prima me lo levo dalle balle meglio 蔝.

La cosa mi sembra comprensibile perché con un compagno troglodita che mi deambula goffo intorno  a suon di “uh, uh, uh”, scagliando a vuoto la clava, io roba che oltre a dirgli che mi occupo personalmente dell’intera comunità   mi scalo a morsi il Krakatoa mentre vomita lava incandescente.

Comunque inutile piangere sopra il latte versato, autoflagellarsi se la frittata è fatta, la frase è stata pronunciata e ci sono toccati centinaia di anni in cui le lamentele su quanto fossero fancazzisti i nostri uomini, poco presenti in casa,  su quanti sospetti e, in molti casi, certezze del numero di corna che ci hanno impiantato sulla testa sono stati (e spesso sono) all’ordine delle nostre dure giornate.

E noi che abbiamo fatto? Poco o niente.

Capirai, come si può entrare nella logica rivoluzionaria, nella filosofia del “è ora di cambiare le cose” se all’età  di dieci anni appena vedevamo le nostre madri riempire di lenzuola ricamate a mano, camicie da notte con le nostre iniziali e intimo in sangallo, una grossa scatola chiamata erronemamente  baule ma di fatto molto più simile a un sarcofago in cui l’indipendenza femminile era già  morta prima di nascere? Che poi non era mica proprio bello indossare almeno 15 anni dopo mutandoni che oltre a essere demodé avevano il potere di togliere i sentimenti anche a Rocco Siffredi…

Giuro, adesso chiudo con  le mie elucubrazioni post femministe.

Ora, facciamo un grosso salto storico fino ad arrivare ai giorni nostri.

E subito una domanda per te.

Pronta?

Ti sei sistemata bene le cuffie?

Comoda dentro la cabina insonorizzata?

Ecco la domanda:

ora che sei una donna emancipata, lavoratrice, che sai cos’è l’indipendenza, la libertà  sessuale, che le corna magari le subisci ma le elargisci anche, che “l’utero è il tuo”, come pensi di gestire la tua vita  da neomamma? Ma soprattutto CHE COSA TI ASPETTI?!

Ti do tutto il tempo che vuoi per rispondere, nel frattempo ti evidenzio alcune regole utili per affrontare serenamente l’impatto del post parto. Ho alle spalle un corso intensivo di 5 anni e mezzo di “senno di poi”, credenziali di tutto rispetto le mie…

 

  • Non coltivare nessuna aspettativa. Farsi trasportare dal sogno di essere la diretta discendente di Mary Poppins oltre a essere insensato è pericolosissimo. Tu sei semplicemente umana e al limite puoi riuscire ad intonare “supercalifragilistichespiralidoso” perché pensare di volare con un ombrellino e convincere un bambino che con un po’ di zucchero la pillola va giù è da ricovero urgente alla neuro, perciò invece di dedicarti ai voli pindarici rimani radicata a terra e razionalizza il più possibile la tua situazione che comporterà  gioia sì, emozioni sì, grosso impegno SI’!! Altro che “ca…caminin, ca…caminin … spazzacamin!”;

 

  • I tuoi ritmi cambieranno. Scordati la tua precedente vita, ora tu sei (ri)nata. Vai pure in avanscoperta nella nuova dimensione mammesca, approcciati con tranquillità  all’allattamento, renditi abile a cambiare pannolini, a pulire rigurgiti, a calmare coliche gassose, a rispolverare vecchie ninne nanne per addormentare il piccolo, a inventartene delle nuove, e a sfruttarle a seconda del tuo stato d’animo (io ricordo nei miei momenti di stress ai massimi registrati che abusavo di “ninna nanna ninna ooohhh”questa bimba  a chi la do”.la darò alla befana che la tiene una settimana”la darò all’uomo nero che la tiene un anno intero”.(un anno intero?!)”chiamo subito  l’uomo nero”!!”). Sappi che ad ogni modo è un cambiamento a cui prima o poi ti ci abituerai, l’importante è mettersi nell’ordine di idee di conoscere almeno un po’ preventivamente ciò che ti aspetta perché se fai come me che ho varcato la soglia di casa con la gnoma appena nata, assolutamente non informata dei fatti e, ahimé, convinta di essere avvolta dalla magia di una favola, è come pensare di avvicinarsi ad un branco di leoni con un gomitolo di lana immaginando quanto ti divertirai a fare giocare quei bei micioni;

 

  • Metti i puntini sulle “i” con il tuo compagno/marito. Ok, tu sei la mamma, e lui è il papà . Tu hai l’apparato riproduttivo, e lui quel seghino di spermatozoo che hai permesso entrasse spavaldo nel tuo ovulo. Mica pizza e fichi! Per puntini sulle “i” quindi intendo che un figlio se si concepisce in due sempre in due si deve allevare. Se il concetto non è chiaro evidenziami pure quale parola di quest’ultima frase ti è risultata incomprensibile.  E quel “lascia faccio io” ricaccialo giù in gola non appena varca la zona della lingua per uscirsene fuori con i suoi effetti collaterali. Mi raccomando! L’uomo è capace quanto noi di gestire le incombenze casalinghe, ce lo dimostrano alcuni papà  pionieri del “nuovo movimento”, che costituiscono un precedente efficace. E forse che i più grandi chef non sono uomini’? Che i più grandi stilisti non sono uomini? Ok, un pò molto gay ma pur sempre uomini sono. Che le più belle donne non sono trans?! Quindi spetta a te dare inizio alle nuove danze e instradare amorevolmente (magari anche con qualche benevola cazziata) i nostri compagni a essere parte integrante e attiva nella vita genitoriale altrimenti tieniti tutte le frustrazioni e le dichiarazioni “no,  lui non fa proprio un ‘zzo a casa”;

 

  • Evita ogni tipo di orgoglio.  Ci sono alcune mamme (magari sono molte di più ma voglio pensare che ce ne siano poche in giro solo per pura consolazione personale) che se la sanno cavare benissimo da sole, che hanno gestito splendidamente la loro vita con i figli e che si ergono a modello da seguire ma che può anche farti sentire (e la cosa non è mica rara) un mezzo verme visto che tu (cioè io a dir la verità ) non sei stata in grado nemmeno di resistere una sola settimana prima di lanciare un segnale di fumo che comunicasse al mondo intero: “qualcuno mi aiuti!!!”. Ci sono tantissime altre mamme (fiiiuuuu) che invece si circondano subito di nonni, zii,   fratelli e di chiunque sia disposto a stare loro vicino. Ecco, se solo senti anche la minima necessità  di non farcela da sola CHIEDI AIUTO! Metti da parte l’orgoglio, non serve a niente se non a rovinarti inutilmente, non devi dimostrare proprio nulla a nessuno ma cercare di gestire nel modo più saggio e pratico il tuo ruolo di madre e ricorda bene che “chiamare i soccorsi” non è sinonimo di “sei una mamma inadeguata”, al contrario significa quanto tu sia conscia della tua nuova realtà , della fatica  fisica e psicologica che comporta, dei tuoi splendidi limiti e soprattutto quanto tu tenga a te e al tuo bambino…

 

 

-continua-

 

 

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Deborah Papisca

L'avvento dell'era dei blog e dei forum forgia la sua fortuna permettendole di realizzare il sogno di una vita: vedersi pubblicare un romanzo. 'Di materno avevo solo il latte' è uscito il 10 maggio 2011 e sembra avere valicato i confini delle sue aspettative oltre ad averla finalmente conclamata scrittrice ufficiale. Continua a leggere

Un commento

  1. Bellissimo questo tuo ” manuale di sopravvivenza per mamme al primo giorno a casa con il pargoletto “, sopratutto la parte riguardante ai mariti neo papà .
    Penso anche io che molti uomini abbiano davvero bisogno di essere istruiti su come si aiuta una donna , su come si accudisce un bambino e su come si cura una casa.
    Molte delle cose che ho fatto e faccio ancora con la mia neonata, ma prima ancora con mio figlio mi sono venute naturalmente,senza sforzarmi , senza dover leggere nulla, come istinto paterno , amore allo stato puro trasformato in gestualità !!
    Però devo ammettere di essere stato fortunato e magari molti papà  sono davvero imbranati , impacciati forse anche un pò impauriti di chiedere alla propria compagna consigli e informazioni.
    Sarebbe una bella cosa se oltre al corso pre parto per le mamme venisse istituito un corso pre parto per i papà  dove queste tematiche vengono discusse e approcciate in maniera del tutto maschile, dove i neo papà  possono chiarire e conoscere quello che una donna si aspetta dal proprio compagno una volta varcata la porta con il pargolo in braccio!!
    Perchè fare il genitore è il mestiere più difficile del mondo , un mestiere che nessuno ti insegna e che troppo spesso è associato solamente alla mamma, ma anche perchè ci sono tanti uomini innamorati che magari vorrebbero rendere più felici e sicure le loro compagne ma non sanno proprio da dove iniziare!!
    Chissà  magari potrei farli io, che come assistenza alla moglie me cavo abbastanza bene!!!

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