Diario Oasi

Per vivere bene la famiglia ci vuole il tandem

tandem

La prima grande differenza tra me e te si nota subito.

Inutile lo dica.

Poi tutte le altre differenze forse preferisci bypassarle perché a me piace osservare le persone, a te i fatti.

Sì lo so, questione di provenienza planetaria: tu marziano, io venusiana. Oppure cromatica: tu bianco io nero. O, ancora, più spirituale: io yin e tu yang.

Perciò siamo su questa terra per essere due pezzi che si incastrano perfettamente.

Anche se non sempre.

Le  differenze tra me e te a volte sono molto più insostenibili di quanto sembrino malgrado si celino sotto le sembianze di piccole inezie. Particolari che solo una rompicocones come me, donna, femmina, guarnita di utero e ovaie (è colpa loro credimi!) può ritenerli di importanza cosmica.

Tu ritieni che il filo interdentale abbandonato sul lavandino invece di finire nella pattumiera possa in qualche modo conferire un valore aggiunto al bagno perché fa tanto “art decò”, io invece posso dirti che quel serpentello arrotolato su se stesso  mi urta i nervi poiché provvedere alla sua rimozione grattandolo con un coltello fa traballare il calendario con tutti i suoi santi elencati mese per mese.

Ma queste sono sciocchezze a confronto del fatto che io”, io”, io che?

Ti viene in mente nulla?

No, non sono perfetta, ti dirò.

Ti confesso che 4 giorni su 7 compro la cena in rosticceria e a volte ho anche barato sulla sua provenienza ma non me ne volere, è colpa della tradizione che questo paese ci ha cucito addosso, ci ha voluto armate di grembiule, mattarello, con un talento ai fornelli che nemmeno otto cloni di Carlo Cracco messi insieme e sulle spalle per giunta il baule del corredo, certificato di garanzia che “ti giuro, sarò una moglie fedele e una brava madre”.

E se non ho dimestichezza con il gas e le pentole è solo perché ho deciso che quel tempo da trascorrere tra ingredienti, q.b., frullino elettrico e rosolate in padelle antiaderenti varie,  preferisco impiegarlo ad assistere e guidare un essere speciale per godermi la sua crescita e immaginare di fermare ogni istante perché basta che ti volti un attimo e ti trovi già  vederlo soffiare 17 volte il numero delle candeline che “ti sembrava ieri quando ha compiuto il suo primo anno”.

Ti confesso anche che il ferro da stiro non è contemplato nella mia vita ma questo lo hai capito dalle camicie a effetto stropicciato e dal fatto che l’asse da stiro non la vedi da inizio secolo.

Però cerco di fare attenzione a non creare un lago artificiale dopo aver fatto la doccia perché non so a te ma sentire quel “chaf, chaf” sotto le ciabatte mi trasmette un senso come di…assorbimento.

E vorrei anche disattivare il funzionamento “che faccio da mangiare nel weekend?” e trasferirlo nel tuo database perché, fidati, tolto quello, il fine settimana acquista un senso diverso.

Mi piacerebbe anche snellire il mio senso di responsabilità  sulla gestione della casa e pensare che se il letto è sfatto, e tale rimane, non è un tentativo di golpe.

Come mi piacerebbe (solo qualche volta) prendermi liberamente un paio di giorni da trascorrere con le amiche senza che debba fare a te e prole domanda in carta velina certificata, con ceralacca e marchio papale.

Ok, sono la mamma.

Ho voluto la bicicletta e pedalo.

E tu sei il papà .

Perciò c’è una due ruote anche per te.

Facciamo così: perché non compriamo un tandem?!

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Deborah Papisca

L'avvento dell'era dei blog e dei forum forgia la sua fortuna permettendole di realizzare il sogno di una vita: vedersi pubblicare un romanzo. 'Di materno avevo solo il latte' è uscito il 10 maggio 2011 e sembra avere valicato i confini delle sue aspettative oltre ad averla finalmente conclamata scrittrice ufficiale. Continua a leggere

2 Commenti

  1. Ho amici che purtroppo stanno divorziando
    e hanno avuto vite mooolto più facili delle nostre, eppure non riescono a stare insieme.
    Non appartengo a religioni che rifiutano il divorzio,
    però appartengo a quelle persone che sanno ridere dei piccoli “psicodrammi” quotidiani che può avere una coppia che convive
    Nei momenti bui sapevamo di essere insieme,
    sapevamo che ognuno anche se sbagliava stava facendo del suo meglio, a modo suo
    Ci perdoniamo, ridiamo e andiamo avanti
    Questo è il tipo di amore che vogliamo veda nostra figlia
    forse poco patinato, per nulla perfetto, che richiede impegno, ma nostro.
    Incoraggio noi come famiglia a limitare le conversazioni e i giudizi su ciò che manca
    e a ringraziare/ringraziarci per quello che siamo e che abbiamo.
    Diversi? Certo!
    Per questo stiamo ancora insieme
    Sul tandem non saprei: troppo vincolati l’uno all’altra.
    Direi due biciclette e un triciclo 🙂 che possono sfrecciare su strade diversissime
    ma che sanno che anche lontano…….l’altro c’è!

    1. Il tandem da un pò l’idea del “due corpi e un’anima sola” ma era per simboleggiare piuttosto una sincronia nella pedalata. Sul tandem ci sono due individui distinti, con la propria testa, le proprie idee e visioni delle cose ma è certo che per portare avanti la vita di coppia, che poi quando diventa famiglia l’impresa è ancora più ardua, è necessario che quei diversi corpi spesso e volentieri facciano sforzi (per amore e solo per amore) per diventare una sola mente…
      Non so se “sono stata spiegata” ;P

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