Massimo Recalcati e Lessico Famigliare: “I bambini hanno bisogno dell’assenza della madre”
E’ appena passata la Festa della Mamma. Da quando lo sono diventata sono sicuramente più ricca, ma non nego che la strada per far convivere la donna che ero prima con il mio nuovo ruolo è stata lunga. Ho sofferto di depressione post partum dopo che è nata la mia prima figlia e ho fatto tantissima fatica ad accettarmi come madre. La terapia mi ha aiutato, è stata la mia àncora di salvezza, perché mi ha permesso di esprimere i sensi di colpa che provavo e che in realtà non avevano ragione d’essere.
Massimo Recalcati, Lessico Famigliare: “Le madri rimangano donne”
Qual è il senso di colpa delle mamme? Beh, quello di non essere all’altezza delle aspettative, quelle degli altri ma soprattutto delle proprie. Perché ti insegnano così. Ti insegnano che la mamma deve sapere fare tutto: cucinare, lavorare, accudire, consolare, abbracciare, rallegrare. Ti insegnano che se vuoi dei momenti per te senza i figli sei un’egoista (“allora cosa li fai a fare?”) o che se ti lamenti perché sei stanca non pensi a chi vorrebbe essere al tuo posto. Ti insegnano che la mamma deve fare fatica, deve essere stanca, perché solo così sta facendo un buon lavoro. E poi ti insegnano che la madre deve esserci. Sempre. Come se i bambini fossero solo i loro e non anche dei papà. Se per una sera si vuole uscire con le amiche, o andare in palestra o dal parrucchiere senza bambini, che problema c’è? “Ora sei madre” ti rispondo. E in quelle 3 semplici parole c’è dentro tutto un mondo.
Per questo, se ve la siete persa, andate a recuperare la prima puntata di Lessico Famigliare, il programma tv in onda su Rai 3 alle 23.10 per 4 appuntamenti ogni lunedì e condotto dallo psicoterapeuta Massimo Recalcati. Il primo, già trasmesso lo scorso 7 maggio, parla della figura del materno. Ha riscosso molto successo in rete, soprattutto perché Recalcati riconosce pubblicamente quello che nessuno prima aveva mai avuto il coraggio di re: i figli devono essere “abbandonati” dalla madre e la madre non deve sparire come donna.
Erroneamente pensiamo che più saremo vicini ai nostri figli, più li aiuteremo, meglio sarà per loro. E riteniamo che sia giusto metterli sempre al primo posto, sacrificandoci, dando tutte noi stesse. Crediamo che così facciamo il loro bene. E invece no. Il loro bene è fare un passo di lato e lasciarli andare:
“Ciò che consente davvero la separazione di un bambino dalla propria madre, dopo aver ricevuto in eredità il sentimento della vita dal desiderio della propria madre, è il fatto che in quella madre la donna non muoia, è la donna che salva il bambino dal rischio di essere assorbito nella madre. Ma cosa vuol dire questo? I bambini hanno bisogno che le loro madri restino donne, che abbiano interessi nel mondo, che abbiano passioni nel mondo, che il mondo non si esaurisca nella vita del figlio, che ci sia un desiderio che trascende l’orizzonte della maternità. Perché i nostri figli hanno bisogno di essere abbandonati, questo è qualcosa che non si dice: i nostri figli hanno bisogno certamente della presenza della madre – le mani, il volto, lo sguardo – ma hanno altrettanto bisogno dell’assenza della madre, perché se non c’è assenza non c’è desiderio della donna, non c’è libertà dalla madre“.
Che cosa si può aggiungere?
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