E se la mamma vuole stare da sola per una volta?
Premettere che una donna divenuta mamma vive almeno i primi due anni in totale simbiosi con il proprio bambino è più che doveroso.
Perciò è altrettanto imperativo sottolineare che la donna divenuta mamma ha preservato in ogni caso il suo essere umana, pensante, con le proprie, se pur ridotte all’osso, porche esigenze.
Tipo, che so, desiderare di uscire con un’amica? Farsi una passeggiata in solitaria? Sblaterare otto ore e tre quarti (mi rendo conto essere un’utopia ma a me piace illudermi e fantasticare) al telefono senza che ci siano interferenze prensili alte appena un metro che ti si aggrappano addosso peggio di una sanguisuga famelica e che non ti permettono di dire al tuo interlocutore nemmeno “ciao come stai?”
Insomma, fatto questo cappello, può capitare che un insieme di divinità compassionevoli si mettano in azione per donarti l’occasione (o quantomeno farti scattare la molla che ti spinge a esigere un pochino di tempo per te) di uscire una sera.
Da sola.
Senza passeggini e esserini urlanti.
Senza nasi da pulire, rigurgiti da raccogliere e capricci da sedare.
Tu e le tue amiche.
A cena fuori.
Come ai vecchi tempi.
Che al momento ti sembrano catalogabili al periodo del cretaceo.
Ora, mica è così facile la cosa.
Prima di tutto occorre stabilire una data che possa essere fissata in agenda in un arco di tempo che va dai tre mesi a un anno. Che guai a te osare dire a tuo marito ” ah, io stasera non sono a cena” come invece si può concedere lui.
No.
Lo fai tu e scoppia un incidente diplomatico, perciò attenzione.
Devi attenerti al seguente iter procedurale:
– fai domanda in carta bollata;
– presentala in busta chiusa e sigillata con cera lacca non prima di avere scritto il nome del destinatario con penna e calamaio;
– resta in attesa di un gentile riscontro e nel frattempo sacrifica agli Dei un frutto o verdura di stagione che sei un’animalista sensibile e gli agnelli li lasci zampettare in fattoria;
– non dovessi ottenere risposta affermativa puoi fare ricorso al Tar ma i tempi sono lunghi, te lo dico;
– nel caso ottenessi il beneplacito della famiglia allora dopo esserti fatta una sbornia di vodka pura di San Pietroburgo e una volta ripresa dai postumi, dovrai organizzare la tua breve dipartita in modo che a casa tutto sia organizzato a puntino:
- fai trovare la tavola apparecchiata. Non deve nemmeno mancare un tovagliolo che è facile ricevere la telefonata nel mezzo del tuo convivio e con la mano davanti al cellulare e i nervi che pogano manco fossero a un rave party trovarti a rispondere a tuo marito: “i tovaglioli sono sempre stati al loro posto. Nel cassetto del tavolo. Sì, sono lì da dodici anni.
Cazzo!”
- prepara la cena. Che dovrà essere sfiziosa e con i piatti preferiti da ogni membro. Magari con le forchette già infilzate nei bocconi così tuo marito saprà che cosa dovrà fare.
- prepara i pigiami dei bambini e adagiali sul letto. Sistemali esattamente nel verso in cui devono essere infilati sennò il piccolino rischia di addormentarsi ciucciando l’etichetta dei lavaggi.
- sottoponi tuo marito a un paio di sedute psicoterapeutiche coadiuvandolo con il mantra: “dai che ce la puoi fare da solo, dai che ce la puoi fare da solo”, poiché all’accettazione della tua domanda è già entrato in uno stato di ansia misto a senso di abbandono che in seguito può facilmente sfociare in impulso rancoroso e farti pagare questa uscita con una settimana a Manchester a seguire tutti gli allenamenti della sua squadra del cuore per la finale di Champions League.
- Metti in borsa un set di amuleti provenienti da varie parti del mondo e augurati di trascorrere una serata tranquilla senza interferenze di sorta malgrado tu abbia il tuo fido Salvavita Beghelli;
Ecco, questo è quanto.
Goditi la serata.
Non ti curar di loro quando stai per varcare la soglia di casa per uscire.
Non fissare quella gamma malefica di occhioni da gatto di Shreck che altrimenti ti spappoleranno il cuore facendoti sentire una degenere. E soprattutto rimuovi dalla testa il pensiero di come ritroverai casa a cena ultimata. Tieni sempre presente che ogni piatto lanciato nel lavandino, giocattolo disseminato stile campo minato, ogni vestito in ordine sparso, hanno ben valso la pena di farti sentire nuovamente quella antica sensazione che pensavi di avere definitivamente perso: essere padrona di te stessa.
E voi?
Vissuto esperienze di questo tipo?
Forse vivo in un’epoca diversa, perchè in casa mia entrambi possiamo dire “stasera non sono a cena” ma nessuno dei due se lo permette per reciproco rispetto. O forse perchè mio marito è capace di preparare la cena, apparecchiare, nutrire e consolare nostra figlia, farle il bagnetto, (ai tempi) cambiare il pannolino, conosce il posto di ogni cosa e se non gli sovviene dove sia un oggetto si arrangia e fa senza e tifa, generalmente, per me e per la mia salute psicofisica (anche perchè conviene anche a lui 😉 che quando se ne sta in missione 6 mesi io non sia già stressata dall’inizio).
Non so, sono mamma da tre anni e mezzo e non mi è mai parso difficile uscire per i fatti miei. Mi è sembrato più difficile volerlo. Forse perchè non sono da sola a vivere la crescita di nostra figlia e, sebbene la simbiosi ci sia stata inevitabilmente, non mi è mai pesata così tanto.
Non so. Non mi ci trovo. Mi spiace per chi invece si. Penso che se ci si impegnasse nello stesso modo che hai descritto per avere un rapporto alla pari, non ci sarebbe bisogno di agognare un’uscita….
oltre a richiedere ufficialmente la clonazione per tuo marito cara Camilla ciò che dici è verissimo. E penso che in effetti i problemi sorgono quando dentro di noi non siamo realmente convinte che i nostri mariti/compagni siano in grado di cavarsela benissimo da soli 🙂
condivido. non tutto ma condivido. mio marito è in grado benissimo di dar e preparare da mangiare, fare bagnetti e ai tempi cambiare pannolini. ha dovuto imparare e anche in fretta perchè spesso riuscivo a lavorare proprio quando c’era lui con i bambini. rimane il problema casa (quando sono solo loro se entrasse un ladro penserebbe che qualcuno l’abbia preceduto) e soprattutto il problema vestiti. nonostante le indicazioni, gli abbinamenti già pronti, al mio ritorno trovo ogni sorta di stravagante accoppiamento o in dosso proprio quella maglietta nuova per la tale occasione…
Deborah, secondo me e secondo i chimici, l’alcool E` una soluzione. E secondo me il tuo articolo non è basato su una esperienza vera ma mi sembra frutto di invenzione.
Infatti citi la Vodka ma se veramente la usassi sapresti che:
a) Ti puoi ubriacare PRIMA di uscire di casa, cosi` non ti accorgerai degli “occhini da gatto di Shreck” etc. L’uso continuato ti farà anche ignorare lo stato della prole e della casa in genere al tuo ritorno a mattina inoltrata… forse anche perchè magari finisci in casa di qualcun altro.
b) Puoi ubriacare la famiglia prima di uscire ed evitarti di apparecchiare, preparare cene etc… Dopo di che usa alcool in smodata quantità mentre sei fuori cosi` che tu possa ignorare lo stato della prole e della casa in genere al tuo ritorno a mattina inoltrata… forse anche perchè magari finisci in casa di qualcun altro.
Io ed Enrica facciamo cosi` e sembra funzionare… solo che la tendenza è ubriacarsi ogni sera entrambi e poi non si capisce più chi deve uscire quando…
Ah davvero facciamo cosi`? mica me ne ero accorta… sarà che sono sempre ubriaca fradicia? 😀
Ing. Branmbilla la ringrazio, e anche sentitamente, per i suoi preziosi nonchè pratici consigli ma ho citato la vodka poichè essere l’unica droga legale in questo paese altrimenti opterei per fumarmi un’intera piantagione di marjuana, perdermi nel leggero oblio e chiedermi “ma chi cacchio è il gatto di Shreck?!” 😀
Ciao sono ManuelA, mamma di due piccole pesti di 2 e 4 anni. E condivido pienamente tutto. Sono uscita 2 volte in 4 anni. Una sera l uscita e durata 1 ora e mezza e non scherzo. Chiamata urgente del mio compagno perche si ea svegliato il piu piccolo e non sapeva come fare per farlo riaddormentare (o era piu facile chiamarmi). La secondA VOLta meglio, ma che fatica ragazze! La prossima uscita prevedo la faro quando saranno maggiorenni!
Ahahahah… secondo me i papà hanno bisogno di fare esercizio, ecco cosa gli manca. Hanno la vita troppo facile con noi mamme sempre reperibili: bisogna invece settare degli appuntamenti fissi in cui loro danno a noi il cambio. Dopo qualche settimana saranno assolutamente capaci di sbrigarsela senza il nostro aiuto!