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Mamma, che social!

a group of finger and community
credits: Fotolia

Oggi voglio parlare di un social in particolare: Facebook.  Ogni tanto mi sento talmente intossicata da questo social che non sarebbe male rivolgersi a una ipotetica clinica rehab che mi garantisse qualcosa tipo: “Qui sarai al sicuro dai mi piace, i detrattori annoiati e frustrati, dalle foto di crostate, paste madri, bambini influenzati, dalle mille versioni parodistiche di Berlusconi/Renzi/Salvini. Qui vivrai la vita vera e la crostata e la pasta madre te la facciamo fare con le tue manine!”

Ma chi ha detto che io abbia voglia di cimentarmi per davvero nella lavorazione di una pasta frolla?

Se una che vive di diari dai tempi in cui ha scoperto le gioie delle vocali e delle consonanti e di come riportarle su foglio, ora ha a disposizione una tastiera per immortalare pensieri, parole, ogni tanto opere e – troppo spesso – omissioni, che sia lodato Mark Zuckerberg e le foto di dolci appetitosi.

Non c’è miglior interfaccia di Facebook per divertirsi a delineare i profili psicologici di chi vaga nella home con i messaggi del giorno.

Qualcuno lo bypasso per noia, perché il suo essere troppo abitudinario mi destabilizza. Qualcuno lo cito addirittura per l’ acutezza dei suoi pensieri, l’ironia impeccabile o per l’abilità  di selezionare gli aforismi migliori.

Ma dopo tutto ognuno ha un suo perché.

Ecco i “poster” (traduci: coloro che postano su Facebook) da tenere in considerazione:

  • Mistirius poster: Ha radicato il senso della suspence. Da il buongiorno solitamente con una frase d’effetto del tipo «non potete capire che cosa mi è successo oggi», il cliffhanger è al top (e che Dan Brown sia dia alla coltura delle rape e Hitchcock se fosse ancora vivo si buttasse a capofitto nel decoupage). Qualche amico abbocca, clicca subito “mi piace” e poi la domanda è di rigore: «che cosa ti è successo?» Il “mistirius” poster ritorna all’attacco con una risposta ancora più prevedibile della domanda:”te lo dico con un messaggio privato”. Poi tra la moltitudine di curiosi ecco farsi largo uno dei suoi contatti che gli chiede:«allora che cazzo lo scrivi a fare?»

 

  • Trivial poster : Io un po’ lo amo. Mi trasmette il buonumore malgrado lasci intendere di avere qualche arrabbiatura o disagio in corso. Però come restare indifferenti a post sintetici come “vaffanculo”? Valgono più di mille parole. Uscite così scatenano misericordia, compassione e saggi consigli da parte di parenti e amici e nella maggior parte dei casi sedano l’animo del trivial poster che alla fine ringrazia tutti “per il conforto multimediale ricevuto” anche se dopo due minuti condivide un banner di “Io ti maledico” che dichiara “ho scoperto che astro sei. Astronzo”

 

  • Masterscief poster: di solito è di sesso femminile, moglie e mamma. Pubblica foto delle sue ricette realizzate con abilità  e precisione impeccabile che se le guardi nelle fasce orarie sbagliate (prima di pranzo e/o cena) rischi di prendere a morsi il portatile. Arrosti, lasagne, pizze appena sfornate, dolci iperglicemici con decorazioni da far cadere in depressione il “Boss delle torte”, le ricette immortalate e ampiamente condivise e linkate, come se non bastasse, sono affiancate da descrizioni insidiose per la psiche umana: “ed ecco per stasera un filetto di maiale rosolato nel cognac, annata 1820, con salsa di panna da latte di mucca della Valtellina nutrita con erba biologicamente pura e come contorno patatine novelle croccanti aromatizzate al timo, maggiorana e sticaxxi caramellati”. Tu guardi incredula quella foto e vorresti che si materializzasse lì a due centimetri da te per poterla fagocitare senza nemmeno considerarne la masticazione. Poi ti rendi conto che la tecnologia arriva fino a un certo punto e che non ti resta che rispondere alla domanda della Masterscief poster  “e invece voi che mangerete di buono?” “io fettina di manzo di un allevamento intensivo, ricco di antibiotici, con insalata del bresciano  da coltura di massa”.

 

  • Activist Poster : Per lui/lei la giusta causa è una questione di vita o di morte. In linea di massima è: animalista e ambientalista sfegatato. Condivide link sugli ecomostri, le deforestazioni, l’inquinamento tradizionale, acustico, luminoso. I politici sono le sue vittime preferite e tende a sputtanarli all’ennesima potenza mettendo in luce quanto guadagnano al mese alle spalle di precari, cassa integrati, inoccupati e disoccupati. Solitamente ha una schiera di affezionati che lo seguono passo, passo. Ogni tanto fa capolino un disertore o obiettore che ha il coraggio di contestargli il pensiero del giorno ed è la fine. Fuoco e fiamme in bacheca fino a che non si spegne l’incendio con lo “spammato” di turno.
  • ER Poster : Braccia rubate all’Ansa e ai migliori presidi ospedalieri del mondo. Ci sanno fare parecchio. Ci aggiornano in tempo reale sul loro stato di salute. “oggi 39.5 di febbre. A dopo con la seconda misurazione e la diagnosi del medico che dovrebbe arrivare a momenti” in una manciata di minuti segue la situazione delle temperature corporee di tutti i membri della famiglia. Eegala diagnosi come coriandoli al carnevale di Rio e abbassa l’autostima di almeno l’80% di medici, informatori scientifici e farmacisti.
  • Romantic Poster: Tipologia femminile. Senza dubbio. Ma proprio senza. Mitraglia la bacheca di cuori di ogni formato, addolcisce l’animo con il suo sovradosaggio di amore verso compagno/marito/figli. Frasi da baci perugina come se piovessero, avatar di Romeo e Giulietta, il bacio di Klimt, Homer e Marge Simpson che limonano. Video linkati da You Tube di Baglioni, Masini, Ramazzotti, Pausini. Poi una richiesta di impegnativa per un’analisi della glicemia nel sangue un pò viene spontanea.
  • Melodramatic Poster: si lagna. Lamenta. Prende tutto come occasione per condividere quanto la gente sia ignorante, quanto lui/lei sia tapino/a, nessuno lo/la ama e lo/la capisce. Se fa caldo fa troppo caldo, se fa freddo fa troppo freddo. Se arriva la primavera maledette rondini che cagano sul davanzale della sua finestra. L’autunno poi con tutte quelle cazzo di foglie sparse in giro. Abbasso tutto e tutti. Anche l’ombra dell’anima loro.

    Poi un giorno riuscirò a disintossicarmi da tutto questo. Giuro.

 

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Deborah Papisca

L'avvento dell'era dei blog e dei forum forgia la sua fortuna permettendole di realizzare il sogno di una vita: vedersi pubblicare un romanzo. 'Di materno avevo solo il latte' è uscito il 10 maggio 2011 e sembra avere valicato i confini delle sue aspettative oltre ad averla finalmente conclamata scrittrice ufficiale. Continua a leggere

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