L’uomo intelligente preferisce la moglie poco brillante
Oggi mi piacerebbe condividere con voi una riflessione scaturita da un articolo che ho letto quest’estate, una di quelle analisi da “ho finito il sudoku-devo aspettare a fare il bagno che c’ho la panza piena-mo’ mi leggo sto trafiletto”.
L’articolo in questione (che sono certa nasconda una vena di sarcasmo apprezzabilissima) riprende alcuni studi recenti condotti da prestigiose università statunitensi, in cui si dichiara che in generale la tendenza dell‘uomo intelligente è quella di sposare una donna non particolarmente brillante, condannando le donne con un certo quoziente intellettivo ad un destino da zitelle.
Bisognerebbe, a questo punto, definire cosa si intende per “intelligenza“. Una delle definizioni più esaustive a mio parere è forse questa: “Per Intelligenza si intende quel complesso di funzionalità e abilità psichiche e mentali che consente ad un soggetto in primo luogo di capire, ovvero di giungere autonomamente a delle conoscenze reali per merito di proprie elaborazioni di informazioni”, (Wikipedia)
Pare che un uomo scelga come compagna di vita una donna poco intelligente perché in tal modo il suo ego è preservato.
Una donna non particolarmente brillante non discuterà troppo tenacemente, avrà opinioni deboli e facilmente manipolabili, si occuperà principalmente della casa e della famiglia lasciando la professione e il guadagno di soldi all’uomo. Insomma, una foto classica del maschio dominatore e della femmina angelo del focolare.
Le ricerche specificano che le motivazioni della donna a scegliere un uomo più intelligente sono legate principalmente al bisogno di sicurezza economica.
Un po’ semplificato forse ma io almeno un paio di coppie che corrispondono a questo modello le conosco eccome.
Intendiamoci, non sto giudicando la coppia sul piano affettuoso! Si può amare sinceramente e profondamente una persona e vivere felicemente una vita fatta di affetti e grandi soddisfazioni a prescindere dal quoziente intellettivo.
La mia perplessità non è tanto l’accoppiamento “maschio dominante/femmina sottomessa”, ma l’assunzione che la dominanza maschile sia considerata intelligenza.
Potrei sbagliarmi ma direi che un uomo che cerca una donna poco stimolante intellettualmente, con opinioni fragili e semplice da manipolare è un uomo a sua volta poco intelligente, di certo insicuro e patetico.
Le donne intelligenti vengono fatte passare come scassa maroni, impossibili da conquistare senza l’aiuto dell’Enciclopedia Britannica, desiderose di mettersi in competizione sul piano intellettuale e professionale piuttosto che intrattenersi in scambi amorosi, non interessate alla vita famigliare che prevederebbe un loro “sacrificio” in campo lavorativo.
Ma l’aspetto che più mi colpisce della donna intelligente è che è vista come poco femminile e seducente quindi meno appetibile per l’uomo.
In poche parole l’uomo che si considera intelligente trova la moglie sottomessa e compiacente, semplice da maneggiare. La donna intelligente invece è una specie di Rambo in gonnella con il cervello di Stephen Hawking, destinata ad invecchiare e finire i suoi giorni come una librara (che sarebbe una gattara che invece di gatti si riempie la casa di libri).
Beh, complimenti per l’analisi trasudante maschilismo!
Che ne dite?