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L’orsacchiotto e “il suo bambino”

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Il lavoro di noi orsacchiotti è semplice: ce ne stiamo in vetrina per qualche tempo sorridenti, soffici e coccolosi. Poi veniamo acquistati e il nostro “incarico” comincia quando veniamo posti tra le braccia dei bambini, diventando da quel momento, il loro gioco preferito.
Se ci pensate è uno dei lavori più belli che esistano, non credete?

Sono così emozionato in attesa di incontrare il “mio bambino” che mi sento le ginocchia come gelatina. Quando finalmente sono tra le braccia di Leonardo, una gioia immensa mi scalda il cuore e mi sento leggero come una piuma, come se stessi volando… hey! Ma sto veramente volando!
Eh sì, Leo, così lo chiamano tutti, apparentemente sembra non abbia apprezzato la mia presenza nella sua vita e con estrema destrezza mi ha scagliato dall’altro lato della stanza.
Leo ha quattro anni e a giudicare dalle foto che decorano le pareti della sua cameretta, dai disegni e dai giochi colorati, è un bambino allegro e pieno di vitalità.
Però al primo contatto mi ha lanciato per aria urlando “Non lo voglio!”

Questo è un risvolto inaspettato, che faccio adesso?!
Dopo due ore dal mio arrivo a casa di Leo e dopo un’ora e 58 minuti dal volo trans-cameretta, sono ancora sul pavimento, a testa in giù che osservo Leo muoversi avanti e indietro, giocare nervosamente, mentre mi lancia occhiate tempestose mantenendo le distanze.
Devo aver sbagliato qualche cosa, se solo avessi il manuale del perfetto orsacchiotto con me!
Le ore passano e la mia condizione non migliora: sono ancora a testa in giù, in un angolo della cameretta e cerco di capire cosa sta succedendo.

Il momento della nanna è arrivato e il papà di Leo ha appena finito di raccontare la favola della buona notte. Mentre rimbocca le coperte, Leo, con una voce triste e un musino imbronciato, chiede al papà: «Ma la mamma quando torna?»
«Presto amore mio, presto. E quando sarà di nuovo con noi, porterà con sé anche il tuo fratellino, sei contento?»
«No! Non lo voglio il fratellino… voglio solo la mamma e te… non mi serve nessun altro!»
Ahh… adesso ho capito. Leo non è arrabbiato con me, è solo che non sa come gestire questo grande cambiamento nella sua vita.

La luce ora è spenta e dopo qualche minuto di gran frullare di coperte, Leo sembra essersi calmato. Il respiro è regolare e lento, segno che il sonno è arrivato.
E` il momento di agire. Finalmente posso muovermi e riprendere l’uso di gambe e braccia, che dopo ore sotto sopra sono totalmente intorpidite.

In silenzio raggiungo il lettino e mi arrampico. Sì, sta dormendo. Noi orsacchiotti siamo speciali, sapete? Non siamo solo giochi morbidi e coccolosi; siamo anche guardiani, custodi dei nostri bambini. Nel sonno operiamo la nostra magia e raggiungiamo il loro cuore, andando a curare quelle piccole crepe che portano qualche lacrima di troppo o che tirano giù gli angoli delle loro boccucce, rendendo le giornate un po’ nuvolose.
Ecco perché “i nostri bambini” durante il giorno ci abbracciano forte. E amano avere la nostra immagine un po’ dappertutto, in effetti noi siamo i protagonisti indiscussi dell’infanzia di un bimbo: dai peluche ai poster, ai cartoni animati e non. Tutto sembra parlare di noi da sempre e ogni volta esce un personaggio simbolo che ci fa ricordare al mondo intero: una volta c’era Baloo il simpatico orsacchiottone de Il Libro della giungla, poi è stata la volta di Winnie Pooh e ora sta spopolando Orso con la sua amichetta Masha in tv e con l’album e figurine Panini. Siamo con i bimbi non solo nei momenti di gioia ma anche quando le cose non vanno proprio dritte.
Una carezza sulla sua guancia con la mia manina pelosa e un sorriso appare sul viso di Leo. Avvicinandomi al suo orecchio gli sussurro: «Leo, sono il tuo orsacchiotto. Lo so che sei preoccupato che la mamma e il papà non ti vorranno più bene ora che c’è un fratellino. Ma sai cosa ti dico? Che non c’è nessun motivo per avere paura: i cuori di mamma e papà sono così grandi che possono contenere un amore grande come il mondo. Ci sarà sempre spazio per te e ora avrai anche un fratellino che ti amerà e che sarà il tuo amico più prezioso.
E sai un’altra cosa, Leo? Io sono tuo. Sono con te, giorno e notte per tutto il tempo che vorrai. Ti ascolterò, ti abbraccerò, ti canterò le ninna nanne e riderò con te, asciugherò le tue lacrime e condividerò i tuoi silenzi. Insieme viaggeremo nei tuoi sogni e ti difenderò da ogni incubo.
«Dormi sereno Leo, perché stanno per cominciare nuovi giorni pieni di gioia!»
Ecco, la magia è compiuta e ha funzionato. Come faccio a saperlo? Leo mi ha afferrato e questa volta non mi ha scagliato in orbita: mi ha abbracciato e nel sonno mi ha sussurrato «Grazie mio orsacchiotto».

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Deborah Papisca

L'avvento dell'era dei blog e dei forum forgia la sua fortuna permettendole di realizzare il sogno di una vita: vedersi pubblicare un romanzo. 'Di materno avevo solo il latte' è uscito il 10 maggio 2011 e sembra avere valicato i confini delle sue aspettative oltre ad averla finalmente conclamata scrittrice ufficiale. Continua a leggere

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