Diario Oasi

L’estate sta finendo e un anno (scolastico)… comincia!

primo-giorno-di-scuola.jpgOgni volta che finisce la scuola e mi si parano davanti due mesi e mezzo di vacanze (tradotto: 75 giorni con i miei figli, 7 giorni su 7, 24 ore su 24) a me viene un attacco di panico.
Ogni. Santo. Inizio. D’estate.
Non si chiama vacanza, ma convivenza forzata di tre individui (io e i miei figli) che sviluppano una reazione allergica l’uno nei confronti dell’altro, che solitamente si manifesta con litigate, urla, castighi, crisi isteriche e pianti inconsolabili, il tutto guaribile con numerosi bicchieri di vino (per me, ovviamente).

Quest’anno ho deciso che no, non si poteva rovinare l’opportunità di vivere un’estate serena, piena di esperienze interessanti e divertimento.
Il 18 giugno finisce la scuola e dal 19 il divertimento comincia: piscina, spiaggia, parchi giochi, bicicletta, skatepark, play date con gli amichetti, qualche compitino ma non troppo, spedizioni a prendere il gelato, cinema, musei…
… il 29 Giugno abbiamo esaurito le attività. Il 3 Luglio sono pronta per il rientro a scuola, peccato che ho davanti ancora due mesi.
Ma tengo duro, nonostante l’esaurimento galoppante e un fegato da alcolizzata essendo passata dal bicchiere di vino per calmare i nervi a fine giornata, al negroni doppio per dimenticare la giornata suddetta.

Il fatidico momento giunge e si chiama “26 Agosto, primo giorno di scuola“.
E quest’anno è doppiamente speciale, dato che Davide comincia il Kindergarten, ovvero la classe che precede la prima elementare.
Le giornate ora riacquistano quella routine che durante l’estate è mancata.

– Mi sveglio alle 6.20.
– Rimango immobile per10 minuti, il tempo di raccogliere il coraggio di rotolare giù dal letto.
– Alle 6.29 il mio subconscio mi piglia a calci nel didietro perché mi sono riaddormentata.
– Mi trascino in cucina cercando di evitare come la peste ogni specchio e superficie riflettente di casa non avendo sufficiente caffeina nel sangue per reggere lo shock.
– Sono le 6.36. Dove sono finiti quei 5 minuti? Non lo so, non facciamoci domande complesse così presto la mattina.
– Da questo momento fino a quando mettiamo piede fuori casa per andare a scuola, è un susseguirsi di “Alzatevi, è tardi!”, “Finite di fare colazione, è tardi!, “Vestitevi, è tardi!”, “Smettetela di prendervi a cazzotti, è tardi!”, e via dicendo.

In realtà non è tardi, è solo che un giorno ho scoperto che continuando a ripeterlo, i livelli di adrenalina in famiglia si alzavano e l’efficienza aumentava.
Il trucco ha funzionato fino a che Matteo non ha imparato a leggere l’orologio.
In realtà continuo a dirlo solo per illudermi di avere un certo potere in casa, ma ovviamente non mi caga nessuno.

Lo so cosa state pensando, che il tutto ha un che di schizoide. Avete ragione.
Però da quest’anno le cose hanno cominciato a cambiare: ogni mattina ho ben 3 ore e 20 minuti di completa, totale, benedetta solitudine, essendo questo il lasso di tempo in cui entrambe i bimbi sono a scuola.
Il primo giorno, dopo aver lasciato i figli, sono tornata a casa e per circa quindici minuti sono rimasta in piedi in mezzo alla sala, in silenzio e ad occhi chiusi, con l’unico scopo di assaporare me stessa circondata dal… nulla.
Da allora, ogni giorno, dedico un quarto d’ora per entrare in contatto con il mio io, con la mia mente, con i miei sentimenti… scherzo.
Rimango impalata come un allocco per una manciata di minuti, inebetita ed inebriata dal silenzio che regna in casa, poi do il via alle attività domestiche come solito.
Tutto questo per 9 mesi, fino alle prossime vacanze estive, quando tutto ricomincia. O forse no?
E voi, come vivete questi due momenti dell’anno? Siete squilibrate come me o super organizzate?

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

2 Commenti

  1. Capisco che per te le vaxanze estive siano state l’equivalente di una tragedia esistenzialista pirandelliana…, pero’ mi hai fatto troppo ridere! Brava!!

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