Diario Oasi

Le follie delle madri in rete. E oltre…

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L’universo della maternità ha perso il controllo. Non so se le sue costellazioni hanno subìto uno sbalzo ormonale, se un quasar ha creato scompiglio, se qualche frammento di asteroide sia andato a cozzare contro il suo delicato sistema, fatto sta che ha preso una strada brutta, anzi bruttissima: si trova verso la rotta che lo porterà dritto al centro di un buco nero e da cui verrà risucchiato impietosamente. E io me lo auguro.

Non appena vi mostrerò una carrellata interessante di follie materne che stanno imperversando in rete ve lo augurerete anche voi.

Iniziamo subito dal momento della nascita di un bambino. Tutti felici, eh? Talmente raggianti che qualcuno per festeggiare commissiona al pasticciere torte a tema di questo tipo (la visione non è adatta a un pubblico sensibile):

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Ma facciamo un passo indietro e concentriamoci sulla fase del concepimento. Si sa che in giro per il mondo ci sono diversi credo che aiutano in qualche modo la psiche della donna che desidera un figlio a lavorare interiormente per permettere al proprio corpo di prepararsi ad una possibile fecondazione. Ed ecco gli splendidi cristalli con vagina riprodotta. Si mormora che  se attaccati ai quattro angoli del letto nel momento della copulazione e in particolare se non bagnati, esposti alla luce del sole funzionino (poi, roba che dopo nove mesi ti ritrovi un incrocio tra Gizmo dei Gremlins e Dracula, tra le braccia). Che ne possiamo sapere, magari lui vedendosi circondato dalla cosa che ama di più nella vita rafforza il suo squadrone di spermatozoi e riesce nell’impresa.

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Segue un’altra nuova tradizione dedicata all’uso della placenta. Tra quelle basiche c’è il cosiddetto Lotus Birth, “una modalità di parto in cui non viene reciso il cordone ombelicale e la placenta e gli altri annessi fetali (membrane coriali, cordone ombelicale) rimangono sempre attaccati al neonato dopo il secondamento e si distaccano da esso in modo naturale dopo alcuni giorni dal parto.”, cit. Nostrofiglio.it

E fin qui tutti felici e contenti. Peccato che la questione del conservare la placenta abbia assunto pieghe bizzarre quali:

essere mangiata. Che volete, fatevela in padella, lessata, arrosto, impanata. E’ ricca di ferro e di vitamina B12, e poi sembra sia anche in grado di prevenire la depressione post parto o, addirittura, di favorire l’allattamento.

trasformata in un cosmetico: ci impiastricciamo il viso di veleno d’ape, bavetta di lumaca, guano di pipistrello e ci facciamo problemi per una maschera al viso contenente la nostra placenta? Suvvia. Previene l’invecchiamento della pelle e per contrastare una ruga saremmo disposte a questo e molto di più, dico bene?

–  essiccata. Con questo processo di conservazione si ritiene che la mamma e il bambino possano ricevere energie positive. Magari ve la conservate sotto vetro come nella foto a destra. L’immagine a sinistra, invece, ci dona una ricetta a base di placenta alla Carlo Cracco.

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E concludiamo il nostro viaggio con una chicca speciale. Sappiamo, ahimè, che ci sono tante donne al mondo che per mille motivi non riescono ad avere un figlio. Ci rendiamo conto che si tratta di una questione grave e comprendiamo il dolore che comporta non riuscire a diventare mamma ma da qui ad accogliere in casa una bambola reborn per colmare quel vuoto incolmabile che ci lascia una mancata gravidanza e portarsela a spasso in carrozzina, fotografarla condividendone le immagini sui social (esistono gruppi dedicati) con l’aggiunta di commenti del tipo: “io e la mia Charlotte vi diamo il buongiorno” e comportarsi come se si avesse un bebè in carne e ossa c’è da invocare la legge 180 con urgenza.

Per chi non avesse la minima idea di cosa sia una bambola reborn si tratta di un bambolotto, non un Cicciobello qualsiasi che richiama le fattezze di un neonato ma di una riproduzione impressionante di un infante. Ci si può aspettare che venga acquistato da un collezionista di bambole e vederlo al massimo seduto comodamente su una mensola, scaffale, teca. Invece no, lui, il bambolotto reborn, fa le veci di un bambino vero per  la donna con squilibri mentali e falle psichiche significative che si immedesima in tutto e per tutto nel ruolo della madre che non è riuscita a diventare.

Ecco qui alcune immagini di bambole reborn.

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Segue un video solo di una appassionata che spiega il suo punto di vista.

 

 

 

 

 

 

 

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Deborah Papisca

L'avvento dell'era dei blog e dei forum forgia la sua fortuna permettendole di realizzare il sogno di una vita: vedersi pubblicare un romanzo. 'Di materno avevo solo il latte' è uscito il 10 maggio 2011 e sembra avere valicato i confini delle sue aspettative oltre ad averla finalmente conclamata scrittrice ufficiale. Continua a leggere

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