Educare

Le folli spese per la scuola

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Cartella, astuccio, le matite colorate, la gomma e il temperino, due quaderni grandi e due piccoli con tanto di copertina per proteggerli. E il Sussidiario, ma quello era fornito dalla scuola.
Questo era quanto richiesto quando ho cominciato la scuola.
Non ricordo esistessero marche speciali o chissà quale scelta. Ricordo però che in terza elementare ho talmente rotto le scatole che mia mamma ha finalmente ceduto e buttata la prima cartella di finto cuoio che avevo quasi distrutto, mi ha comprato una di vera plastica con sopra l’immagine di Candy Candy.
Non che amassi questo personaggio, anzi, mi stava abbastanza sulle balle. Era più che altro la voglia di non differenziarmi dal resto della classe. Tutte le mie compagne avevano cartelle rosa o altre tonalità molto femminili; gli astucci erano quelli di Hello Kitty o Puchie (ve la ricordate? Insopportabile, ma tant’è…) e io? Cartella finto cuoio, marrone. Astuccio, finto cuoio, marrone.

E` buffo come crescendo abbia imparato ad apprezzare l’originalità mentre da piccola la mia massima aspirazione fosse quella di essere come tutti gli altri bambini.
Nella mia testa, gli altri avevano sempre cose più belle e io spiccavo come un papavero in mezzo ad un campo di grano.
OK, quest’immagine è fin troppo romantica. Credo che a 7 anni mi sentissi più un rospo in mezzo a tante farfalle.
E` in realtà una fase comune a moltissimi bambini e tanto di cappello a quelli che fin da piccoli sanno distinguersi, andandone fieri.
Non che crescendo le cose siano mai cambiate… Il mitico Invicta ve lo ricordate? E l’epica Smemoranda? Oggetti che sono andati oltre il trend e sono diventati storia.

Ora che sono mamma e che mi ritrovo dall’altra parte della barricata, capisco molte decisioni prese dai miei genitori: spendere cifre ragionevoli, comprare oggetti di buona qualità, che durano più di una stagione, pratici ed efficienti.
Quello che si vede nei negozi due mesi prima dell’inizio della scuola, ha dell’incredibile. Zaini firmati, astucci ipertecnologici, marche famose a prezzi allucinanti.

In classe di Davide c’è un bambino che ha uno splendido zaino a forma di C1-P8 (Il robottino di Guerre Stellari) con tanto di bottoni che riproducono i suoni del film. Mentre sono in fila aspettando la maestra che li porta in classe, questo bambino passa il tempo a scacciare gli altri che vogliono ossessivamente schiacciare i bottoni per sentire la voce del personaggio.
Per non parlare delle decine di zaini di Frozen e Tartarughe Ninja attaccati alle spalle di altrettanti bambini-clone.
Credo di essere più fortunata di mia mamma però. Fino ad ora Matteo o Davide non hanno mai fatto capricci per avere zaini e accessori “alla moda”.

Abbiamo spiegato loro che molti di quegli zaini con super eroi e quant’altro, sono si belli da vedere ma costano parecchio e non sono di qualità altrettanto buona come quelli “normali”.
Apparentemente il nostro punto di vista è stato condiviso tanto che per i primi due anni di scuola di Matteo, lo zaino che ha usato è stato il mio vecchio Eastpack, comprato con la mia paghetta per un prezzo assurdo ben 17 anni.
L’eterno Eastpack ora è passato a Davide: mezzo scolorito e un po’ acciaccato, ma ancora perfettamente funzionante.

Sono orgogliosa dei miei mostrilli e quasi quasi mi vergogno per la cartella di Candy Candy, ma è poi così sbagliato assecondare qualche volta il desiderio di omologarsi? O è giusto spronare i nostri figli all’individualità?
Voi come vi siete regolati con gli oggetti e gli accessori scolastici?

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

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