Lavorare a maglia? Una magnifica meditazione…
La blogger ospite di oggi si chiama Elisabetta Ozino Caligaris ma in rete è nota con il nickname Woolalla. Vi dice nulla? Magari vi rievoca il calore e la morbidezza della lana, dei suoi mille colori e di che cosa si può fare se la incastri tra due ferri? Woolalla è torinese d’origine, cresciuta nel Biellese “tra boschi e la lana” come ama dire. Vive a Pesaro da 5 anni, è grafico creativo di professione e amante di tutto ciò che è bello, ironico e sorridente. Il suo blog www.woollala.blogspot.it è nato un anno fa ed è il suo prezioso spazio dove racconta di “avventure lanose”. Presto sarà anche e-shop dove potrete trovare lana, ferri e istruzioni.
Per Oasidellemamme Wollala racconta di passione, meditazione tra ferri e lana!
post di Wollala
Lavorare a maglia per me è una magica alchimia. Il movimento ritmico di due ferri che sfiorano un filo di lana da un groviglio lanugginoso di nodi e intrecci da cui piano piano nascerà qualcosa di elegantemente ordinato, una trama preziosa, frutto di pazienza e calma. Credo di avere questa passione da sempre, di averla avuta dentro dalla mia nascita, nella “catenella” del DNA. Mi rivedo neonata a fissare la mia calda e rosa copertina in lana, contando maglie e giri di dritto e rovescio. Da sempre lavoro con le mani, che si tratti di cucito, quilting, crochet o knitting (il lavoro della lana con i ferri), insomma, le mie mani non sanno rimanere ferme trasformando la frenesia in creatività e belle emozioni. Sono riuscita a a dare vita alla lana durante la mia seconda gravidanza, trascorsa tra il letto e il divano sotto consiglio medico: un’amica mi ha consigliato di dedicarmi ai ferri e alla lana raccomandandomi di “intrecciare” i fili con pensieri positivi e belle immagini che secondo lei si sarebbero amalgamate al mio lavorìo.
Era primavera e per incominciare il mio progetto creativo ho acquistato on-line 4 gomitoli dai colori brillanti: arancio pensando ai petali di hibiscus, verde acqua come il mare cristallino, giallo come il sole e bianco come la panna. Ho così cominciato una copertina a quadri pensando al piccolo che stava per nascere e più andavo avanti più mi accorgevo che non si trattava di intrecciare semplici fili di lana ma di annodare insieme le più belle immagini della mia mente e i pensieri felici che proiettavo come un film in cui già stringevo tra le braccia mio figlio. Era come recitare un mantra, praticare yoga, meditare. Non vedevo l’ora di fare partire le mani e dare vita al mio “jingle”, una melodia accompagnata dal tintinnìo dei ferri, dedicata a quel piccolo che una volta nato ne sarebbe stato avvolto, protetto, coccolato. Poi lui è arrivato, cresciuto e a me è rimasta la passione per il “Jingle knitting” il mio modo tutto speciale di lavorare a maglia. Ecco perché credo che le future mamme e le neo mamme debbano provare a dedicare del tempo a questo hobby tanto antico quanto moderno, un ritorno al passato che ci lega al lavoro della nonna ma che strizza l’occhio alle ultime mode. E non importa se il risultato è imperfetto, se abbiamo saltato una maglia o il punto risulta irregolare, quello che conta è la magia che trasforma un anonimo gomitolo di lana in una creazione pensata e dedicata a chi verrà o è appena entrato nella nostra vita. Una piccola meraviglia che coinvolge chi lo fa e chi lo riceve…
L’articolo sembra una poesia…si nota che la tua passione per i filati è nata già dall’infanzia. Beh devo dire che anch’io sono completamente dedicata ai filati, 5 o 6 anni fa era il cucito la mia passione ma i ferri che avevo lasciato durante l’adolescenza sono ritornati tra le mie mani e ora non li lascio più nemeno quando mi trovo n vacanza di solito vado a marlengo o alloggio in qualche hotel merano e dintorni e assieme ad una cura di benessere spa mi godo anche il benessere che mi danno i filati.