La vita in famiglia: il punto di vista di Davidino
Salve! Mi chiamo Davidino. In realtà qui in casa mi hanno affibbiato un sacco di nomignoli, dal più imbarazzante “CipollinoPopolinoCoccolinoCiccioPippo”” al più dignitoso “Attila”.
La mia giornata è dura assai, ve lo garantisco!
A casa ho a che fare con due rimbambiti e mezzo. Il mezzo sarebbe mio fratello Matteo che non è tordo come la mamma e il papà , ma alle volte stento a riconoscere una parentela genetica tra la mia persona e la sua. Voglio dire, cosa nell’affermazione “dammi…mio!“, riferendomi al pezzo di lego che ha in mano, non è chiaro? Io lo so che Matteo è un tipo in gamba, ma alle volte proprio mi fa girare il pannolino quando si atteggia a quello che non capisce! E andiamo! Non è che sia passato molto tempo da quando eri delle mie dimensioni”
C’è stato un tempo in cui cercavo di esprimermi il più esaurientemente possibile, in modo tale da non creare fraintendimenti. Mai visto un branco di rintronati più dei miei!
Insomma mamma, se ti dico a chiare lettere “Per cortesia, potresti evitare di distrarmi mentre cerco di raggiungere il ripiano della cucina per afferrare quel goloso biscotto al cioccolato?”, perché devi ridacchiare come un’ebete affermando che ho appena bofonchiato “Eehhh mammammma Ashummanrnna cacciuc bottiac ammee…mio cotto”???
Alla fine ho desistito di fronte a tale ottusità e ora mi esprimo in maniera sintetica, quasi ermetica, nella speranza che almeno così questi tordi comincino a capire ciò che dico.
Durante la giornata, ci sono almeno due momenti in cui me la passo proprio brutta: la mattina e la sera. Entrambe le situazioni sono connesse alla presenza del papà Brambilla.
Il papà Brambilla prova un immenso piacere nel farsi crescere i peli sulla faccia e poi strofinarmeli nell’incavo del collo o sotto le ascelle, mordicchiando e minacciando di mangiare le mie succulente cicce. Voi cosa fareste se foste nel mio pannolino? Chiamereste il telefono azzurro, come minimo. Beh io invece resisto perchè ho capito che ad acconsentire a queste torture coccolose, si ottiene molto…tipo, faccio una marachella (a loro vedere, perché in realtà io sto sperimentando ed esplorando nuove possibilità ), faccio una moina ed espongo il collo al papà Brambilla e lui va in brodo di giuggiole, dimenticandosi di sgridarmi.
Con la mamma invece questa tattica non funziona molto. La mamma è imprevedibile: le faccio gli occhi dolci e lei mi apostrofa con un secco: “Cosa vuoi da me, piccolo infingardo?”. Poi non la degno di uno sguardo e lei mi è addosso come un avvoltoio sull’agnellino tenero tenero. I baci delle mamme possono essere i più devastanti, fidatevi! Non mi molla fino a che non la ricambio, sbavandola tutta.
Tra tutti e tre, lei è decisamente quella più faticosa da gestire.
“Davide! Fermo!! Vieni qua!” o “Taci Davide!! Ripeti cosa stavi dicendo!”, due esempi di coerenza che mi fanno venire il mal di testa.
Quando urlo e piango, la mamma urla ancora di più. Quando cerco di affinare il mio ingegno pulendo il televisore con lo spazzolino del cesso, mamma mi sbrana. Se provo ad affermare la mia indipendenza fuggendo in mezzo al parcheggio del centro commerciale, lei mi placca manco fossimo su un campo da rugby.
Mi costringe a seguirla a fare la spesa e io l’aiuto a mettere la roba nel carrello, ma neanche questo le va bene! Mica è colpa mia se ho le mani paffutelle e scivolose di bava! Vorrei vedere voi nelle mie condizioni a mantenere la presa sulla bottiglia di vino che, incidentalmente, è scivolata a terra ed è andata in mille pezzi!
Che volete farci? La vita di un quasi duenne è veramente faticosa. Avessi potuto scegliermi una famiglia, probabilmente ne avrei selezionato con accuratezza i componenti, ma non è stato possibile.
Se però devo essere sincero, non è poi così male…sono reduce proprio ora da un duro confronto con il fratello maggiore, riguardante alcuni diritti di possesso di un pezzo di carta, e ne sono uscito male. Proprio non posso trattenere le lacrime e la dirompente disperazione, la frustrazione, la rabbia e la tremenda tristezza. Quando penso che nessuno mi capisca, ecco che trovo la mamma: sta scribacchiando come al solito al computer, facendo ticchettare le dita sulla tastiera (da cui prima o poi riuscirò a staccare le lettere, questione di tempo e occasione). Mi prende in braccio, mi canticchia stonata una canzoncina, mi asciuga le lacrime con i suoi baci e io non ricordo più perché stessi piangendo.
Con affetto,
Davidino
cara Enrica, bella la versione della vita vista da un quasi duenne…… mi hai fatto ridere…. e anche un po commuovere visto che in casa ho 2 quasi duenni e un seinne avanzato!!!! brava…
Grazie. Ma devi ringraziare Davidino. So già che diventerà capo di un sindacato per la difesa dei diritti dei pannolinati. 😀
E` faticoso vivere nei loro panni,ciricondati da adulti che pensano di sapere tutto e non capiscono una cippola di niente… 😀
uno spettacolo ecco cosa e’ Davidino…. la mia terrorista col pannolino ringrazia…. e concorda!
mentre leggevo ad alta voce lei ascoltava e annuiva…. avra’ capito?!?!?! la terro’ d’occhio…
;D
Sta attenta che Rebecca non è da meno… 😀
Mi sa che questo pensiero è condiviso dalla maggior parte dei bipedi sotto il metro! Ma quanto è bello il vocabolario dei bambini!? Viva Davidino e soci!
Mi ha fatto spanciare dalle risate! bellissimo e anche commuovente…eh sì bisogna anche vedere dal loro punto di vista 😉
Un bacio bavoso a Davidino dalla Zia!
Dai che poi cambierà ! ahahah dicono sempre così…poi cambierà !!! pensa a Luchino di Maurizio! non ti è andata poi così male 😉
Perchè è cambiato? Ho speranze?
Per la cronaca, Luca di Maurizio non è una persona dal cognome bipartito, ma due: Maurizio il cugino e Luca suo figlio, nota peste D.O.C.
Scusate la parentesi famigliare ma Kapakkione è mio fratello… 😀