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La scuola e il “codice di abbigliamento”

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Dress Code Scolastico

Parliamo di “school dress code”, ossia il codice di abbigliamento nelle scuole.

Da quando Matteo ha cominciato la scuola, noi genitori abbiamo ricevuto più di una email in cui la direzione scolastica invitava genitori e studenti a prestare una certa attenzione all’abbigliamento.

Vengono considerati non accettabili per le ragazze shorts o minigonne troppo corte, canotte con spalline sottili e sandali aperti, trucco sul viso, gioielli e ornamenti vari.

Per i ragazzi sono vietate magliette con scritte volgari o violente.

Ottimo.

Poi vado a scuola a portare e prendere Matteo e mi passano davanti ragazzine di 9-12 anni in micro gonnellini e toppettini da far impallidire Paris Hilton.

Mi chiedo se i genitori deliberatamente ignorino le regole dettate dalla scuola o se non abbiano la più pallida idea che le “educande” che escono di casa la mattina, strada facendo si spoglino completamente prima di entrare a scuola.

Prima o poi lo scoprirò.

Da un estremo all’altro

Ho letto ieri un articolo in cui si parlava di un episodio avvenuto in Texas proprio la settimana scorsa.

Un bambino di 6 anni è stato sospeso da scuola perché i suoi capelli sono troppo lunghi (scendono lungo il collo). La sospensione terminerà  solo quando la madre del bambino non glieli taglierà .

Nota a piè di articolo: il bambino è Cherokee e per tradizione della sua tribù i capelli vengono portati più lunghi sulle spalle rispetto alla norma.

Vedremo se la mamma farà  valere i suoi diritti di minoranza etnica o farà  adeguare il figlio alle regole scolastiche.

Ma dove sta il limite tra il giusto adeguarsi alle regole scritte e non per rispettare gli altri e l’ossessione verso l’omologazione, l’appiattimento delle individualità  a favore della massa omogenea?

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

11 Commenti

  1. Vada per gonne troppo corte e top che non lasciano nulla all’immaginazione, ma non capisco cosa possa interessare alla scuola se mio figlio di 17 anni mette il pinocchietto (vietato al liceo classico di Arezzo) invece del jeans in giugno… E soprattutto se vuole tenere i capelli lunghi non credo si possa pensare di sospenderlo… non è questione di minoranza etnica… ma di rispetto dell’individuo… se i capelli lunghi fossero sinonimo di sporco, non lavato, pidocchi etc potrei capire, ma se così non fosse dove sta il problema? Sarebbe come chiedere a mia figlia Andrea di cambiare nome perchè in Italia non si usa e “confonde” i bambini…

    1. Credo che il punto qui sia proprio la “diversità” la non “conformità” di questo bambino con i suoi compagni maschi, per lo meno l’articolo menzionato non fa cenno a questioni di igiene.
      Ma la storia che tuo figlio non puo` mettere il pinocchietto… forse perchè senno` fa troppo estate e vacanza??? Mi sembra veramente esagerato!

  2. Nella scuola media media che frequenterà  mio figlio a settembre è in vigore questo codice di comportamento sul vestiario,la trovo una regola molto giusta e sensata.
    Alla riunione preliminare ci hanno spiegato che l’ intento è quello di mantenere un decoro scolastico ed evitare le solite carrellate di sciccherie firmate, la scuola non è una passserella da sfilata, quindi niente pancini scoperti, spalle scoperte, gonne ascellari.
    Anche i maschietti dovrano tenere un abbigliamento decoroso, niente mutande al vento.
    Dovessi beccare mio figlio con i pantaloni a mezza chiappa gli prenderei l’ elastico delle mutande e gli farei lo scherzetto che Patrick fa a spongebob, non se po vedè la mutanda!!
    L’ episodio del Texas invece mi sembra una discriminazione bella e buona,i capelli non sono un capo di vestiario, non si indossano, ognuno è libero di portarli come crede.
    Qui da noi per i maschietti , anche i più piccini, ha spopolato il taglio alla Balotelli che personalmente giudico indecente,ma è una opinione puramente personale, a quanto pare il corpo docente non ha espresso nessuno lamentela al riguardo!!

    1. Avere i pantaloncini a pinocchietto non è portarli a mezzo culo… si possono portare a mezzo culo anche i jeans lunghi… e vale sia per le femmine che per i maschi… e anche sul discorso delle firme vale la stessa cosa… mi sembra una cosa stupida quando poi si fanno discriminazioni sul nome dei bambini (vedi che la mia si chiama ANDREA e la prima cosa che le maestre dicono è “ah ma è un nome da maschio…”) nel 2013 credo si possa iniziare a lavorare diversamente… almeno con i bambini

      1. Di a tua figlia che quando le fanno un commento del genere puo` rispondere “Sa maestra, l’alternativa era Crocefissa Infilzata Assunta.”, magari chiudono il becco.
        Anche perhè nel mondo anglosassone Andrea è un nome da femmina…

  3. ohhh my God!!!!!!!!

    condivido il no alle minigonne copri passera, le spalline ( io, anche se a Firenze ci sn 40^ vado con la mezza manica o la spallina larga), no al “nn portare” i pantaloni,perchè di questo si tratta, perchè portare i pantaloni all’altezza del ginocchio, per me vuol dire andare in mutande, e nn vi nego che anche io, come andrea, gli farei una smutandata a mio figlio… poi penso che sui bambini, molto influiscono i genitori e a questo punto diventa una questione di educazione anche dei genitori…

  4. In Uk, proprio pet evitare discussioni e discriminazioni tutti in divisa, pure all’asilo. Condivido, la divisa da un senso di uguaglianza e evita a priori il non rispetto delle rehole sul decoro scolastico.

    1. In un certo senso anche io sono d’accordo. Pure in Australia (per tantissime cose sono molto britannici laggiù) hanno le divise ovunque… orride, soprattutto quelle delle bambine. Sembrano tende delle docce strappate… O_o

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