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La polemica delle Ostetriche contro la figura delle Doula

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Doula

La Critica di Fnco

La critica nasce in seguito ad un servizio del TG1 del 31 Gennaio scorso (il servizio in questione è al minuto 33,33), in cui si presenta la figura professionale della Doula.

La Fnco (Federazione Nazionale Collegio Ostetriche), nella persona della presidentessa, Miriam Guana, ha manifestato il proprio dissenso nei confronti del servizio giornalistico, sottolineando il fatto che “Si tratta di una professione [quella della Doula] ai limiti dell’abusivismo ed è incredibile che questo servizio sia apparso su una rete nazionale”.

La Guana sostiene che è pericoloso parlare della Doula come di una “figura emergente a sostegno delle donne durante la gravidanza, il parto e il puerperio” dato che ufficialmente “ai dubbi e ai bisogni delle donne deve rispondere il Sistema Sanitario”.

 

La Risposta di Mondo Doula

In risposta a questa polemica Francesca Aicardi, di Mondo Doula, tenta di chiarire il significato  della sua professione e di rassicurare in questo modo, le ostetriche: “C’è poca conoscenza del nostro ruolo e le giovani ostetriche temono che possiamo portargli via il lavoro. In realtà  vogliamo affiancarci a loro. Ancora non siamo riconosciute a livello statale e stiamo cercando di strutturarci il più possibile. La nostra scuola ad esempio è certificata dall’ente Cermet“.

“àˆ una situazione gravissima ““ prosegue Guana ““ sono persone che si dichiarano competenti per la presa in carico di madre e bambino senza essere preparate a farlo. àˆ un’interferenza pericolosa e chiediamo al ministro Renato Balduzzi di intervenire al più presto”. E prosegue “Non possiamo affiancarci a queste figure. àˆ pericoloso far passare il messaggio che chiunque, dopo qualche weekend di formazione, può esercitare la professione di ostetrica”.

Sono rimasta molto perplessa da questa polemica e dalle dure critiche mosse dalla Fnco e sinceramente, non capisco i timori espressi.

Ho conosciuto personalmente delle Doule quando ero a Sydney e ho visitato e letto con attenzione, il sito ufficiale delle Doule italiane, Mondo Doula: mi sembra dichiarato con estrema chiarezza lo scopo di questa professione, invito anche voi a leggere!

Soprattutto vorrei citare, dal sito, il “Cosa non fa una Doula”

Una doula non prende decisioni al tuo posto. Può orientarti e aiutarti a fare la scelta giusta per te, in base alla sua esperienza e formazione, ma la responsabilità  della scelta rimane della cliente. La doula non dà  consigli, aiuta i suoi clienti a trovare in se stessi le risorse necessarie. La doula non compie interventi medici, né sanitari, non diagnostica condizioni mediche, non scoraggia la donna dalle proprie scelte, anche quando queste prevedono l’assunzione di farmaci. Non si mette al posto del partner della donna, né di altri membri della famiglia: il loro ruolo è complementare. Non è un’ostetrica, collabora con le ostetriche nel pieno rispetto delle reciproche competenze. Non esegue compiti clinici, come verificare il battito fetale o fare esami vaginali. Non assiste parti non assistiti. Non argomenta direttamente con lo staff medico in tuo favore. àˆ una tua responsabilità  informare lo staff medico delle tue decisioni. Una doula può, comunque, assisterti ponendoti le domande appropriate.

Il parto non è solo un evento fisico, ma anche emotivo e psicologico. Lo splendido lavoro delle ostetriche non è minimamente messo a repentaglio dalla presenza di queste “Donne al servizio delle Donne”, la cui funzione è quella di “madri” che si prendono cura di quelle coppie che non hanno, per vari motivi, sostegno e conforto da parte delle proprie famiglie d’origine.

E questo ambito non è strettamente di competenza delle ostetriche che invece operano per la salute della madre e del figlio.

Questa la mia riflessione, e voi cosa ne pensate? Conoscete delle Doule? Ci sono Doule che ci leggono e Ostetriche che vorrebbero dire la loro in proposito?

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/10/ostetriche-contro-figura-della-doula-professione-ai-limiti-dellabusivismo/494867/

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

14 Commenti

  1. Non parlo da esperta del settore, ma da mamma di due figli. La prima esperienza di parto, dolorosa, ma indimenticabile. Dopo circa 10 ore di travaglio, col cambio turno delle ostetriche, è subentrata una giovane ostetrica che ha chiaramente capito che l’acqua avrebbe potuto rilassarmi ed il travaglio, che non era ancora di fatto attivo, si è risolto nel giro di poco tempo. Il mio primo figlio è nato in acqua, poco dopo, con mia grandissima gioia. A due anni di distanza, stesso ospedale, ostetriche diverse. Entro in ps a mezzanotte tra l’1 e il 2 ottobre, con le acque rotte, alla 35a settimana, positiva allo streptococco. Nessuna contrazione. Mi visitano, mi mettono in una stanza e fino al mattino dopo non succede niente, a parte antibiotici ogni 4 ore. Le ostetriche, non le ho mai viste in reparto. tra la mezzanotte e le 20 mi fanno una serie di visite, ed ogni medico mi dice la sua. Le ostetriche mi fanno fare imonitoraggi, ma non mi parlano mai. Alle 20 il medico, prima del cambio turno, prova l’induzione col gel. Niente. Mi dice che riproveranno la mattina. Arriva la mattina ( Nel frattempo sono passate 32 ore dalla rottura delle acque ed io continuo a prendere ogni 4 ore antibiotici), riprovano col gel. Niente. Mi rispediscono in camera. ASPETTO. Alle 14,00, a ben 38 ore dalla rottura delle acque, sempre con la flebo e con l’antibiotico, mi mettono in sala travaglio e mi cacciano l’ossitocina. Le ostetriche le vedo, sì, certo, quando mi devono aumentare il dosaggio e una volta ogni tanto per il controllo del battito fetale. L’ossitocina sintetica non ha niente a che vedere con il travaglio spontaneo. Niente. Sto male, ho mio marito accanto, ma sento il profondo desiderio di essere affiancata da qualcuno che incoraggia, che mi dice che sta andando tutto bene, che la bimba c’è, il battito c’è, che sta aspettando di venire al mondo, che, anche se è un po’ presto, sta benissimo. Nessuno me lo dice, nessuno si interessa a capire come sto, nessuno vede le mie paure di mamma di bimbo prematuro (35 settimane, che che se ne dica, un bimbo è ancora prematuro, lo dicono anche le due iniezioni di cortisone che mi hanno fatto nelle 38 ore scorse…). Alle sette e mezza, dopo circa 44 ore dalla rottura delle acque, il dolore è diventato insopportabile, io sono solo a 3 cm di dilatazione, ho paura per mia figlia e per me. Loro dicono che ha la testa ancora un po’ alta e che c’è da aspettare. Io comincio ad urlare che voglio un cesareo, che la bambina sta male. Non sono più io. Ho paura. Le ostettriche mi guardano con una punta di sadismo. Non dicono UNA parola per incoraggiarmi. NON mi sostengono. NON mi appoggiano. NON fanno niente. La ginecologa di turno dice che mi farà  un’epidurale, ma la rifiuto. Mi preparano per il cesareo. Dopo più di 44 ore dalla rottura delle acque me lo fanno. Qualche ostetrica con cui mi sono confrontata mi ha detto che era evitabilissimo. Può essere. Sarebbe stato evitabile se mi avessero seguita, se mi avessero messo nelle condizioni psico-fisiche per affrontarlo, un parto. Se avessero affievolito le mie paure. Non l’hanno fatto, non era nel loro interesse. Mia figlia l’ho vista dopo due giorni, in patologia neonatale. Era prematura e lì è rimASTA PER la prima settimana di vita. Nel frattempo, l’ostetrica che mi aveva “seguita” durante il travaglio, davanti a me, al medico che le chiedeva perchè un cesareo, ha risposto “la signora è andata fuori di testa”. Ecco, queste parole mi risuoneranno a vita, mi sentirò spesso una madre degenere, una madre incapace. Ma non perchè lo sia, ma perchè così mi hanno fatto sentire. Care ostetriche, un piccolo suggerimento da questa madre degenere. La doula si sta imponendo perchè molte di voi hanno dimenticato il loro ruolo primario nell’accompagnamento della donna alla nascita. Adesso affidate molto ai mariti o a chi assiste la donna in travaglio, E allora lasciate che la donna possa scegliere queste figure, probabilmente più predisposte a comprendere. Tengo a precisare che l’ospedale dove ho partorito è considerato uno dei dieci migliori punti nascita in italia per il parto naturale ( questo perchè c’è solo un’incisione di cesarei di circa il 7% sul totale dei parti). Non oso immaginare altre situazioni. Grazie per aver lasciato spazio alla mia esperienza.

    1. Carissima Antonietta,
      grazie a te per averci raccontato come hai vissuto il tuo parto. E di avere avuto il coraggio di mettere in evidenza senza tanti giri di parole una situazione che a questo punto è fin troppo dilagante nel nostro paese.
      Anche io non ho avuto una bella esperienza con le ostetriche, le ho trovate molto asettiche nel loro approccio e il livello umano che dovrebbe essere l’elemento primario in un mestiere come il loro, era completamente assente.
      A me non interessa se sono oberate di lavoro, nè se di donne che partoriscono ne vedono a centinaia ogni giorno. Hanno fatto una scelta di vita prima che lavorativa ma questo, che è il fulcro di chi si occupa della salute degli esseri umani, sembra essere stato relegato in un angolino.
      L’oasi delle mamme nasce soprattutto come spazio in cui poter confrontarsi con questo tipo di vicende, per poter creare solidarietà  e una rete di supporto che ci porti un giorno a cambiare le cose.

      Grazie davvero per avere riportato la tua esperienza
      un abbraccio
      Deborah

    2. Ringrazio Antonietta per aver condiviso la sua esperienza , condivido pienamente il suo pensiero, sono loro che ti fanno ” andare fuori di testa “.
      Si perchè come va fuori di testa la donna che deve partorire va fuori di testa anche chi le sta a fianco, un marito premuroso che vuole solamente il bene delle sue creature, quella grande e quella che deve nascere!!
      Questo post ed i suoi commenti si riallacciano a quello dei ” troppi parti cesarei ” in cui ho ripetuto che ci sono donne che avrebbero bisogno di un cesareo e non gli viene concesso magari mettendo in pericolo mamma e bambino, e ci sono donne che potrebbero partorire normalmente e non gli viene concesso.
      In mezzo personale assente, svogliato, insensibile, che non informa anzi disinforma, non rassicura ma impaurisce, che ha la stessa umanità  di una bambola di pezza.
      Non una parola di conforto, di aiuto, nessun sostegno ne fisico ne psicologico semmai critiche, parole taglienti come lame pronunciate da lingue biforcute!!
      Al primo cambio del pannolino di Sara, nella sala nursery dell’ ospedale, una infermiera simpatica come una supposta con gli spigoli mi criticava perche secondo lei la stavo spogliando troppo e con fare maleducato mi scansava prendendo il comando delle operazioni e cambiando lei il pannolino della bambina.
      Un piccolo esempio, insignificante ma per far capire che atmosfera si respira in quei reparti, hai sempre paura di sbagliare e di dire qualcosa di sbagliato!!
      Sicuramente qualcosa deve cambiare,forse l’ ingresso di una figura professionale più umana, più calda e comprensiva, male non puo’ fare!!

  2. Vorrei fare un appunto importante a piè di questo post: qui non si criticano le ostetriche in quanto tali! Di ostetriche ce ne sono tante e fanno un lavoro immenso, difficile, complesso, alle volte doloroso e incompreso. Sono preziose e indispensabili!
    Ovviamente osno umane, come chiunque e alle volte la stanchezza o la routine o i ritmi serrati e i meccanismi poco amichevoli di un ospedale, contribuiscono a renderle più rigide, meno calorose.
    Non si sta facendo un processo contro di loro, cosi` come è sterile la critica di alcune (non tutte le ostetriche sono contro le doula, infatti molte di loro laorano per preparare le stesse apprendiste doula) nei confronti della figura professionale delle doula.

    La cosa che spiace è che sembra sia stata smarrita quella visione umana, materna, femminile e istintiva che accompagna la gravidanza il parto e il puerperio.
    Se le ostetriche non possono (perchè non hanno tempo) di seguire emotivamente la donna che partorisce, che sia qualcun altro ad occuparsi di questa parte della questione.
    Quando si torna a casa dopo i giorni di ospedale, molte di noi sanno che inizia un periodo faticoso: per alcune si risolve con pochi giorni di baby blues, per altre prosegue più drammaticamente.
    Ma anche senza finire in depressione post parto, soprattutto chi ha più figli e nessun aiuto, potrebbe aver bisogno di una “mamma” che si occupa di alcune faccende. La doula fa anche questo.

    Un invito alle ostetriche che torcono il naso di fronte a questa figura professionale: care, splendide ostetriche, lasciate che le doule vi stiano a fianco per completare l’opera! Collaborate per il bene di mamma e bambino!

  3. ho avuto un’esperienza emotivamente molto simile a quella di Antonietta. Al secondo parto, ho rotto le acque a casa alle 11 di sera, all’ospedale mi hanno messo in una stanzetta minuscola dove ci stavano appena i due letti, con un’altra signora anche lei con le contrazioni.non vi dico il delirio, mi sono sorbita anche tutto il suo travaglio perchè io passo tutta la notte senza dolori, e al mattino entra in servizio un’ostetrica molto giovane; mi mette una flebo di ossitocina e secondo me deve avere sbagliato la dose o qualcosa di simile perchè, giusto il tempo che entra in circolo mi partono di quei dolori che non sapevo più se ero ancora nel mio corpo o meno, mi sembrava che qualcuno mi prendesse a badilate a livello dei reni, non riuscivo a ritmare la respirazione perchè il dolore tra una contrazione e l’altra non andava via. allora la chiamo e le dico che c’è qualcosa che non va, non è la prima esperienza e so che il dolore ti viene un po alla volta no tutto di colpo. lei mi dice che non è niente e con fare di chi sa tutto, mi dice di alzarmi e di camminare :O ero da sola, spaventata, in panico totale, non riuscivo a piangere perchè non riuscivo a respirare, avevo una pancia enorme (il bambino era più di 4kg) avevo flebo ataccata, e il monitoraggio, e questa vuole che mi alzo da sola e che mi metto a camminare dove? non c’era neanche il posto . alla fine arriva il medico e mi dice che devono fare un cesareo d’urgenza perchè sentono il battito del bambino debole. non sto a elencare il senso di sconforto, l’abbandono, il panico che ho affrontato, il tutto si è risolto con una bella cicatrice sotto la pancia, un bambino meraviglioso e una depressione latente che sto superando adesso dopo 7 anni. forse se in quei momenti ci fosse stato qualcuno ad incoraggiarmi e spiegarmi cosa stava succedendo, invece di entrare nella stanza solo per vedere se avevo finito la flebo, dico, forse, sarebbe stato diverso.
    Eli

    1. La mancanza di tempo rende distaccati e dedicare attenzioni, cure emotive, rassicurare, accudire qualcuno completamente, richiede tanto tempo. Il mio augurio pre l’Italia è che presto le doula entrino a far parte del normale gruppo attorno ad una donna che partorisce… se poi le passasse in parte anche la mutua, sarebbe l’ideale!

  4. Io ho lottato per avere il cesareo programmato, viste le mie condizioni era più che necessario: un salvavita! ma ora va taaanto di moda il “naturale” che non è stato facile perchè gli ospedali vengono giudicati BUONI se hanno poche percentuali di cesarei?!non ne capisco il motivo
    Poi ho combattuto per dare il latte artificiale a mia figlia che-già  sottopeso e prematura-stava perdendo peso paurosamente….
    perchè si sa, niente è meglio del seno materno, e come no? anche qui orde di associazioni&co che consigliavano…
    di incompetenti ben intenzionati ne ho visti
    il parto e l’allattamento lasciamoli a medici davvero preparati perchè in ballo ci sono due vite: noi siamo vive grazie a loro
    che hanno scritto mail, si sono presi le loro responsabilità -altro che dichiarare comodamente che “io consiglio e poi decidi tu o i medici”
    allora cosa ci stai a fare???
    se avessi ascoltato altre “voci” meno preparate ed invasate dalle loro filosofie dubito che ne sarei uscita intera e con mia figlia in braccio e non in una bara
    ma stiamo scherzando?????
    per altro c’è tempo se mamma e bambino escono vivi e sani!!!
    spero che queste figure stiano FUORI dagli ospedali e da momenti così importanti

    1. La tua esperienza Silvia è la conferma che spesso le cose vengono fatte senza il buon senso. Se prima si spingeva ad un’eccessiva medicalizzazione, ora spesso si sente esattamente l’opposto, è questo è sbagliato. Ogni donna è un caso a parte: se una donna per motivi clinici o personalissimi, decide di seguire una via piuttosto che un’altra ed è perfettamente consapevole di cosa sta facendo, perchè debitamente informata e seguita, dovrebbe essere liberissima di proseguire con le sue scelte senza doversi sentire addosso il peso di giudizi e modi di pensare “alla moda”.

      1. Sì in sintesi volevo proprio dire questo, la mia paura con l’introduzione di queste figure è che si crei confusione.
        Soprattutto in caso di patologie e complicazioni è meglio, secondo me, che ci sia solo personale preparato.

        1. Secondo me, vedendo come le cose sono organizzate nel mondo anglosassone, la questione non sussiste nemmeno perchè le doule sono delle figure che per statuto non interferiscono in nulla. Se leggi nel loro link, la loro identità, scopri che per missione loro accettano ogni tipo di decisione la famiglia prende, senza interferire, ma solo sostenendo. Non interferiscono medicalmente perchè non è il loro campo, insomma, non danno il loro parere ma assistono e servono nel vero senso della parola.
          La doula lavora anche dopo il parto, quando la mamma è a casa, quando le ostetriche oramai non hanno più contatti. E` un momento delicatissimo che per molte (anche di noi) ha significato la depressione.
          Poi, la doula mica è obbligatoria, nel senso che se uno non ne sente il bisogno non deve mica per forza averla.

          Quello che vorrei dire è che ognuno dovrebbe essere libero di scegliere e soprattutto alle ostetriche vorrei dire di non temere nessuna interferenza perchè in UK, USA e Australia, le doule collaborano con ostetriche e levatrici da moltissimo tempo, senza che nessuno abbia mai (per quanto ne so) sollevato questo tipo di polemiche. 🙂

          1. Vorrei che fosse tenuto presente il diverso clima culturale che da noi “investe” la maternità  e quello che le gira intorno….
            non so se da noi una figura così riuscirebbe davvero ad essere così come descritto nel link
            (ad es. anche in Francia c’è una forte associazione per l’allattamento naturale ma le loro sorelle Italiane sono moooolto più…come dire? impositive)

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