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L’album di figurine che salva i pomeriggi, costruendo memorie indelebili

album-figurine

àˆ successo proprio la settimana scorsa, in un pomeriggio di pioggia. Nel bel mezzo di un cartone animato, ecco che la corrente salta: televisione spenta e computer andato.

« Mamma fai la luce! »

A malincuore ho dovuto far notare a Matteo che la mamma, nonostante dotata di poteri chiaramente sovrumani, ancora non possedeva quel particolare dono divino che l’avrebbe resa uguale a… un elettricista.
Che avevate capito?!

«E adesso che facciamo? Moriremo di noia! »

Rimboccandomi le maniche, mi sono cimentata nella costruzione di piste per treni e per auto, campi di battaglia per macchinine transformer, facendo notare ai miei catodici figli che la vita può proseguire fulgida anche senza elettricità .
Con un pò di pazienza e un sacco di immaginazione, il resto del pomeriggio è trascorso sereno e i due mostriciattoli erano così presi a giocare da non accorgersi che la corrente era tornata e anche la possibilità  di riprendere a guardare la televisione.

Questo evento mi ha fatto tornare in mente un episodio analogo della mia infanzia.
Non si trattava della corrente saltata ma di me colpita dalla varicella. Se fosse dipeso dalla sottoscritta, avrei guardato la televisione tutto il giorno ma mia madre era stata irremovibile: «troppa televisione fa aumentare l’azione del virus della varicella e tu non guarisci più! ».
Il collegamento “troppa televisione ““ virulenza della Varicella” è a tutt’oggi sconosciuto a qualunque patologo di fama mondiale.
Se avessero chiesto a mia madre qualche lume a proposito di medicina, probabilmente a quest’ora l’Organizzazione Mondiale della Sanità  avrebbe eliminato dalla faccia della terra la malaria e la pellagra.

Che occasione persa.

Ad ogni modo, le mie giornate sembravano trascinarsi all’infinito e dopo aver letto per l’ennesima volta tutti i libri che avevo ed essermi fatta venire il mal di testa con qualche puzzle a cui mancava ovviamente l’ultimo pezzo, mi rimaneva comunque metà  pomeriggio totalmente dedito alla noia.

àˆ stato in quel periodo che a mio padre  è venuta la brillante idea di espandere i confini della mia conoscenza e della mia immaginazione.
Una volta al giorno, tornando dal lavoro, mi portava a casa una preziosissima bustina di figurine ed insieme completavamo l’album de “La storia della scienza”.
Da quelle pagine a fumetto, in cui disegni e didascalie si completavano grazie alle figurine che noi attaccavamo, ho imparato che la logica è nata con Aristotele; che Galileo aveva rischiato la pelle per aver asserito che la Terra si muoveva e che una certa Madame Curie è l’unica donna sino ad ora, ad aver fatto incetta di premi Nobel per la chimica e la fisica. Avevo 7 anni.
Con ansia attendevo l’arrivo di mio padre e delle figurine mancanti e giorno dopo giorno l’album assumeva un aspetto sempre più completo mentre la storia della scienza mi si dischiudeva dinanzi agli occhi come un tesoro prezioso.
La guarigione dalla varicella è coincisa con il termine dell’album e ad essere sincera la cosa mi ha rattristato molto, tanto che speravo in una ricaduta e quindi in un nuovo album.

A quest’album se ne sono aggiunti molti altri, tra cui uno di calciatori che però non ha avuto molto successo, essendo io assolutamente allergica a questo sport/spettacolo.
La passione, con il passare del tempo, si è affievolita fino a scomparire ma l’album de “La storia della scienza” esiste ancora, gelosamente custodito da mio padre in uno scatolone in compagnia dei quaderni delle elementari e dei disegni dell’asilo.
La cosa che più ricordo con affetto e dolcezza è la complicità  e la partecipazione che ha unito me e lui nel completamento dell’album, nello scambio di doppioni con amici e nella semplice lettura e scoperta della storia insieme.

Ho deciso quindi: senza bisogno di aspettare varicella o il prossimo black out di zona, prenderò un album di figurine per Matteo e magari uno anche per Davide. A loro farò scegliere l’argomento e insieme li completeremo, sentendoci partecipi di qualche evento della storia o portento della natura, o anche solo parte del carburatore di un’auto da corsa: la cosa che più importa è dare loro un’alternativa divertente alla televisione e al contempo avere nuove memorie da costruire insieme.

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

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