Irlanda: aborto negato, muore giovane donna
Savita Halappanavar, giovane dentista di origini indiane, è morta a fine ottobre in seguito a complicazioni setticemiche: Savita aveva chiesto di poter abortire perché il feto che portava in grembo, presentava gravi problemi che mettevano a repentaglio anche la sua vita.
La risposta dei medici dell’ospedale è stata “non possiamo farla abortire perché questo (Irlanda) è un paese cattolico“.
Dalla morte di Savita è nata una larga protesta sia in Irlanda che in Inghilterra, di fronte all’ambasciata irlandese di Londra: molte attiviste pro-aborto stanno manifestando contro la legge irlandese troppo rigida e incurante dei diritti delle donne, soprattutto quelle come Savita, che non sono ne’ cattoliche ne’ irlandesi.
Esiste un flusso costante, tra Irlanda e Inghilterra, di donne che si rivolgono a cliniche Britanniche per abortire, visto che nel loro Paese non è possibile.
Tale flusso, nell’ultimo anno, è sceso del 7%, ma è aumentato il numero di telefonate ai centri di assistenza, il che significa che probabilmente il minor numero di donne irlandesi che si è sottoposta ad intervento abortivo in Inghilterra, è dovuto principalmente alla crisi economica che non permette alle famiglie di sobbarcarsi spese simili.
La Legge Irlandese in realtà , prevede l’aborto nei casi in cui la vita della madre è in pericolo, ma raramente questa norma viene applicata correttamente: non solo le attiviste pro-aborto, ma anche la popolazione cattolica pro-vita, concordano che è necessaria una maggiore chiarezza legislativa, affinché casi come quello di Savita non si ripetano più.
Rabbrividisco sempre quando leggo queste notizie.
Perchè in questi casi la donna è trattata alla stregua di un contenitore che deve per forza dare la vita ad ogni costo, anche arrivando a morirne.
Anche qui in Italia si parla tanto degli ospedali pubblici dove spesso tutti i medici sono obiettori e non si da la possibilità , sancita dalla legge, alla donne che per mille ragioni diverse devono o vogliono abortire di portare a termine questa terribile decisione.
In nome di cosa? A volte i cattolici puntano il dito contro religioni di matrice islamica perchè mortificano la donna, ma questo atteggiamento non è il medesimo?
E` una questione estremamente delicata e non credo che la si possa semplicemente classificare nei due ambiti Pro-aborto Pro-vita: io personalmente sono contro l’aborto, se usato come metodo contraccettivo per esempio, lo ritengo omicidio.
Ritengo pero` che nei casi in cui la donna è a rischio di vita o ci siano delle situazioni tali per cui la gravidanza potrebbe costare alla madre gravi problemi, o il bambino nascere in situazioni o condizioni di pericolo… insomma, in quei casi forse la madre dovrebbe decidere, ma prima di decidere essere certa che attorno a lei ci siano persone, associazioni, istituzioni che la sostengano in caso decida di mantenere la gravidanza. Perchè è facile dire ad una ragazza madre, una prostituta, una donna vittima di violenze o altro “Ti devi tenere il bambino perchè la religione cattolica e il nostro dio dicono che si deve fare cosi”… e poi la si lascia da sola, senza speranza o alternative o aiuto.
E soprattutto non comprendo la connessione tra il vietare i metodi anticoncezionali e essere contro l’aborto… mi sembra che oltre alla sberla arrivi anche il calcio nel didietro…
In realtà in Irlanda si può abortire “nel caso in cuiil proseguimento della gravidanza risulti di grave pregiudizio per la donna”, così dice la legge ….Perciò nel caso specifico l’aborto per la donna era un diritto riconosciuto e i medici non potrebbero averglielo rifiutato….. diciamo che ci sono versioni contrastanti su ciò che abbia detto la donna, perchè sembra che lei in realtà il bambino lo volesse e che sia morta proprio perchè aveva rifiutato un aborto terapeutico ….. Cosa poi stiano dichiarando i parenti della ragazza è tutto un altro paio di maniche…. Sarà la magistratura Irlandese ad accertare i fatti, ma a me sembra che, soprattutto dai media italiani, la notizia sia stata un pò strumentalizzata in un momento in cui si cerca di allargare i confini della legge che in Italia consente l’aborto fino alla dodicesima settimana a ciò che si fa in altri paesi, tra cui la Gran Bretagna, dove è consentito ben oltre tale periodo.
Infatti credo che la questione, in generale, giri proprio attorno alla legge non particolarmente chiara o comunque non rispettata. Se il caso è stato usato per gettar fuoco sulla questione pro-aborto, sarebbe proprio triste.
A leggere un po’ di articoli pero` sembra strano che la vicenda sia stata totalmente stravolta… vederemo se proseguono gli aggiornamenti 🙂
non dovrebbero esistere ginecologi e infermieri obiettori negli ospedali pubblici, è disgustoso e spesso è solo una bieca scusa per calpestare ancora una volta la dignità e i diritti delle donne.
sei un cattolico obiettore? i reparti di ginecologia degli ospedali pubblici non fanno per te.