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Inserimento graduale all’asilo: no grazie!

Inserimento graduale

Lo so, l’inserimento graduale all’asilo è argomento da trattare a fine estate o tutt’al più inizio settembre, non di certo alla vigilia della pausa Natalizia.
Non so bene se posso considerarmi elegantemente in ritardo o saggiamente in anticipo accennandovi questo argomento e chiedendo la vostra opinione, ma tant’è…

Lo dico subito: non sono per nulla d’accordo con l’inserimento graduale all’asilo.
A dire il vero però non è pratica recente. Ricordo infatti che svariati lustri fa anche il mio asilo prevedeva una procedura simile per i nuovi iscritti: poche ore al giorno per i primi giorni fino a che il bambino non si sentiva a suo agio. L’unica differenza era che il genitore non doveva rimanere li a tener la manina al pargoletto spaventato. La mamma lasciava il figlio e dopo il tempo stabilito tornava a prenderlo.
Ricordo con chiarezza che dopo poche ore all’asilo mia madre era tornata e io avevo piantato un capriccio di proporzioni intergalattiche, pestando i piedi e annunciando che non me ne volevo andare così presto.
Mamma e maestre si erano guardate sorprese ma soddisfatte e io ero stata lasciata tutto il giorno fin da subito per mia richiesta.
Mai subito alcun trauma, le rotelle le ho perse dopo.

Da quanto mi pare di capire però adesso è prassi obbligatoria in quasi tutti gli istituti scolastici la presenza dei genitori, con variazioni nelle tempistiche da una o due settimane di lento inserimento.
Il motivo è poi semplice: il passaggio da famiglia ad asilo è piuttosto importante e se avviene in maniera dolce ci sono meno probabilità di traumi per il bimbo (o ai genitori…?).
Il punto però è che non tutti i bambini hanno veramente bisogno di cominciare gradualmente la scuola materna e non tutti i genitori possono prendere permessi dal lavoro per essere presenti a questo rito di passaggio.
In generale ritengo che per quanto grande possa essere il cambiamento, non sarà mai così traumatico da necessitare la presenza del genitore a scuola.

Dalla mia esperienza personale e da quella con i miei figli cresciuti tra il sistema scolastico Australiano e quello Americano, posso dire che basta semplicemente programmare periodi più brevi all’inizio ma senza il genitore tra i piedi.
O anche semplicemente lasciare che il bambino “decida” se vuole o meno rimanere tutto il giorno fin da subito, come è successo a me.
Molti bambini possono piangere all’inizio ma tranne una percentuale minima di rubinetti continui che spezzano il cuore, di solito smettono quasi tutti dopo 5 minuti perché distratti magistralmente da maestre, coetanei e giochi nuovi.
Il distacco dalla mamma è un evento forte, ma non per tutti lo è con lo stesso grado di intensità e per quanto ci si stringa il cuore a sentirli piangere, loro non sono in punto di morte!
Il pianto può essere una risposta fisiologica al cambiamento, nulla di più. Lasciare che vengano calmati dalle maestre da loro la possibilità di accrescere il senso di sicurezza e di indipendenza e la certezza che il mondo che li circonda è un posto sereno e divertente anche se la mamma non è li con loro.
A questo punto mi chiedo se per caso non si rischi di dare il messaggio opposto con il genitore lì al loro fianco, ossia che all’asilo non è sicuro rimanere soli.
A dirvela tutta spero che questa mania dell’inserimento graduale all’asilo con codazzo di genitori venga presto abbandonato perché la trovo inutile se non deleteria.
Lasciamo che imparino a muoversi da soli, diamo loro spazio e la possibilità di essere sereni e sicuri di sé!
A volte penso che l’inserimento graduale serva più per far passare l’ansia ai genitori che ai figli… voi che ne dite?

 

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

2 Commenti

  1. Ecco un tema che mi faceva credere di aver partorito delle aliene… che si erano a tal punto stancate di me che non hanno mai pianto ( ma quando dico mai è proprio MAI) per andare ai primi giorni di scuola.

    Ho fatto l’inserimento graduale ma soltanto un paio di volte loro hanno chiesto di me e sono uscite a sbirciare dove stavo e comunque senza chiedermi di andare via.

    Se proprio dovessi dire qualcosa alle mamme che a breve porteranno i piccoli a scuola, direi di parlarne il più possibile, di chiedere di fare una visita col bimbo prima del primo giorno perché i bambini hanno bisogno reale di prendere atto del cambiamento che verrà senza lo stress del primo giorno.

    E direi di evitare l’orario integrale almeno per i primi mesi. Le mie bambine avevano la mamma a disposizione e ho scelto di farle stare dalle 9 alle 12 per il primo anno di asilo di ciascuna. Al secondo anno di asilo, ho fatto dalle 9 alle 14. E in prima elementare della più grande, avendo cambiato scuola e con delle regole nuove, entrambe le piccole sono passate al tempo pieno della loro scuola, ovvero dalle 8.15 alle 15.45. All’inizio mi sembrava troppo lungo l’orario ma loro non ne erano spaventate e hanno voluto provare! La sicurezza di sapere prima cosa accadrà e di sapere di poter cambiare ciò che non piace, ha dato tanta sicurezza alle mie piccole.

    1. Credo che vedere i propri figli tranquilli e felici di affrontare qualcosa di nuovo e` una delle cose piu` belle per un genitore. Almeno io mi sento orgogliosa di loro e un po’ anche di me stessa per aver forse in parte contribuito a dare loro questo senso di “avventura”. 🙂

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