Educare

Il giorno del diploma

Il 6 Giugno 2012 è un giorno che non dimenticherò facilmente. Oggi, 6 Giugno Matteo si è diplomato. Si, il primo diploma della sua lunga e fulgida (spero) carriera scolastica. Dopo un anno intenso di emozioni ed esperienze, Matteo chiude la sua vita da bambino dell’asilo per iniziare a settembre il Kindergarten, una sorta di Primina, preludio alle scuole elementari.

Prima di uscire di casa oggi pomeriggio, mi ero immaginata come avrei scritto questo post. Avrei raccontato minuto per minuto tutta la celebrazione di questi bimbi, ripercorrendo l’anno scolastico di Matteo dal suo inizio fino ad oggi.

Beh non credo che lo farò visto che di queste due ore trascorse nel teatro della scuola, ho un ricordo sfocato come la foto qui sopra.

 

Ricordo l’ingegner Brambilla che rincorre su e giù per il corridoio Davidino mentre io rimango in fila per entrare in teatro, in bilico sui miei tacchi spericolati, facendo finta di essere una madre single di figlio unico. Ho poi impresso in mente il fotogramma di me stessa che passa davanti alla platea grermita, ticchettando con quei tacchi malefici su un pavimento liscio come l’olio, con Davide che si divincola tra le mie braccia…di quell’attimo ricordo solo che ho pensato “Se casco ora faccio una di quelle figure di m***a ipergalattica davanti alla creme di Orange County…dopo di che mi aspetta un ritiro a vita sugli Appalachi”.

Poi mi ricordo che mentre le maestre raccontano la storia di questi bimbi, Davidino strilla e passa da una poltrona all’altra, imitando inconsapevolmente, quel grande artista di Roberto Benigni nella sera in cui vinse l’Oscar.. solo che invece di urlare “Sofia Sofia”, Davidino sbava e gorgoglia “Peo Peo” (Matteo, ndr).

Il ciuccio che vola sulla testa del papà  seduto davanti a noi; la macchina fotografica che decolla in direzione palco, prontamente bloccata dall’ingegnere; Davidino incastrato in una poltrona che si è richiusa su se stessa (e io e l’ingegnere che valutiamo se sia il caso di darcela a gambe e lasciarlo li).

Sullo schermo passano le interviste di questi bambini in cui raccontano cosa vogliono fare da grandi e io e l’ingegner Brambilla seguiamo stralci di sogni infantili, mentre rincorriamo Davidino sugli spalti.

Nella penombra lo placco prima che si schianti contro il cavalletto della telecamera che riprende tutta la celebrazione. Sono certa di aver fatto quattro gradini in una volta (senza cascare dai miei trampoli) per fermarlo un attimo prima che si getti addosso ad una bambina che regge in mano un mazzo di fiori.

 

Il preside ricorda, con voce rotta dall’emozione, una qualche personalità  famosa della scuola. Nel silenzio commosso della platea, un Davidino qualunque strilla “NOOOOOOO”. Iiiooooo sccciiuucccio…NOOOOOOO AAAHHHHHH Peooooooooo…NO! Acquaaaaaa”Cacccaaaaaa…mammmammmmaaaaaa”” e via dicendo.

 

Penserai che è stato un disastro. E invece no. Ho visto il mio bambino (Matteo) entrare in teatro, con tanto di toga e tocco in testa. L’ho visto scrutare tra la folla fino a vedere la sua mamma che si sbracciava…il “Ciao Mamma!!!” non poteva mancare.

Ho ascoltato la sua vocina in mezzo alle altre che cantava in inglese, in italiano e in ebraico.
Nelle interviste proiettate, il mio bambino ha dichiarato che “My name is Matteo. When I grow up I want to be an engineer di rocket. My favourite memory is going to the beach“ (Mi chiamo Matteo e da grande voglio fare l’ingegnere dei razzi spaziali. Il ricordo più bello è andare in spiaggia, ndr).

Ho visto il suo sorriso e i suoi occhi che brillavano, ho sentito la sua risata felice e i suoi commenti spensierati.

“Il giorno della graduation è il più importante del mondo, vero mamma?”
Si, amore mio: è il più importante perché è il giorno in cui hai salito un altro gradino della tua vita…e in cui tua madre non è ruzzolata giù dalla scalinata del teatro, perdendo la sua di vita.

 

àˆ solo il passaggio dall’asilo alla Primina, ma io mi sono commossa e mi sono sentita così orgogliosa del mio bambino, quello con il tocco e la toga, intendo…di Davidino non so che dire, se non che quando toccherà  a lui, mi porterò dietro una famiglia di scimpanzè come claque.

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

4 Commenti

  1. La zia Uella si è commossa da morire!!
    Solo che qui al lavoro è meglio che non mi metta a piangere!
    Sono tanto tanto orgogliosa di te Matteo (ma anche dello spettacolo teatrale de Davidino!)!
    E’ davvero il primo gradino della scala della tua vita e ricordati che ce ne saranno tanti altri e anche le difficoltà  e gli insuccessi sono da vedere come gradini, salendoli, arriveremo alla vittoria (libera citazione del Dojo Kun del Gorin No Karate Do)
    Ica hai scritto tutto quello che c’era da scrivere e hai trasmesso a noi lettori e parenti e amici l’emozione di quel giorno…avrei tanto voluto essere lì! Mi mancate!
    Un bacio dalla Zia

  2. Cara Enrica,
    complimenti per l’ articolo e’ bellissimo. Leggere questi tuoi pensieri e come descrivi le tue emozioni e situazioni e’ davvero bello. Devi essere super orgogliosa e fiera di Matteo, e’ un bambino dolcissimo e molto sveglio, ma soprattutto molto capace. E’ stato un piacere e onore per me (credo anche per la Leti) averlo avuto nella nostra classe e vederlo crescere giorno per giorno. Sicuramente Matteo ci manchera’ tantissimo, soprattutto il suo bellissimo sorriso e i suoi profondi occhioni. Ci manchera’ anche Davidino e la sua mamma. Si, Enrica ci mancherai anche tu, ma sono sicuro che ci rivedremo presto, poiche’ in questo anno e’ nata anche una amicizia e soprattutto una passione comune per ‘Game of Thrones” haahah. Grazie, per aver iscritto Matteo alla nostra classe e per aver creduto in me e Letizia.
    Grazie ancora di tutto.
    A domani

    1. Ma che onore! Grazie a te Martino, grazie per esserti preso cura, insieme a Letizia, del mio mostriciattolo e per averlo fatto sbocciare. Davidino è un po’ da concimare ancora, molto acerbo e coriaceo… ma chissà in un paio di anni sarà pronta per voi una nuova sfida con un componente della famiglia Brambilla 🙂

      Ci vediamo domani!

  3. Cara Enrica, mi sn divertita e commossa a leggere questo articolo…questo è il primo passo del piccolo grande Matteo verso la vita…tanti tanti auguri!

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