Il contatto madre-figlio lenisce gli effetti negativi dello stress infantile
Un recente studio delle Università di Manchester, Liverpool e il Kings College di Londra, ha rivelato come il contatto fisico tra madre e neonato, nelle prime settimane di vita, sia effettivamente fondamentale a diminuire lo stress nel neonato, causato dallo stress materno durante i mesi di gravidanza.
Lo stress accumulato nei neonati potrebbe tradursi con un alterazione dell’attività di alcuni geni, riducendo la capacità di risposta ad altri stimoli negativi dopo la nascita e durante la crescita.
Lo studio eseguito ha mostrato però che questa alterazione avvenuta durante la gravidanza, può essere bloccata e gli effetti invertiti, proprio grazie al tocco materno.
I ricercatori ci tengono a precisare che non tutti gli effetti dello stress prenatale, debbano per forza avere esiti negativi e che l’ambiente in cui il bambino cresce può fare la differenza.
La depressione della madre in gravidanza e gli stati di rabbia e di ansia dei bambini dopo la nascita, hanno trovato una correlazione grazie ai dati ottenuti dall’osservazione di un campione di madri dalla gravidanza, ai mesi successivi la nascita dei figli.
Inoltre, è stato notato il cambiamento di frequenza cardiaca in seguito alle carezze della madre nei bambini di 7 mesi.
La dottoressa Helen Sharp, dell’Università di Liverpool, Istituto di Psicologia, Salute e Società spiega che «L’obiettivo finale è quello di scoprire se si dovrebbe raccomandare alle madri che hanno vissuto lo stress durante la gravidanza di interagire con carezze [e altri tocchi] con i propri bambini nei primi anni di vita».
Credo che una tale raccomandazione potrebbe suonare come superflua e allo stesso tempo valida per qualunque madre al mondo… non credete?
Fin dai primissimi giorni di vita del mio piccolo Alessandro, l’ho riempito di baci, carezze e abbracci, l’ho tenuto sempre vicino, anche al momento di dormire, non curandomi di tutti coloro (non pochi, devo dire…) che mi ripetevano a gran voce che questi eccessi di coccole e cullamenti vari avrebbero finito col “viziarlo”! Premesso che il concetto di “vizio” per una cosa così istintiva e naturale mi sembra del tutto fuori luogo, ho capito che abbracciare Ale, facendogli sentire la mia presenza con infiniti baci e carezze, è prima di ogni altra cosa una mia esigenza, una personale strettissima necessità , che ritengo del tutto innaturale non assecondare.
P.S. Non vorrei dire qualche castroneria, ma ricordo di aver studiato in psicologia che diversi studi scientifici abbiano già dimostrato che l’abbraccio o il bacio della mamma al suo bambino, in un momento di ansia o stress, ha il potere di calmarlo perchè stimola la produzione di endorfine….
Confermo cio` che hai letto: la carezza e tutte le effusioni d’amore portano piacere in chi le riceve e in chi le da. Il piacere, a livello endocrino, è tradotto con la presenza delle endorfine in circolo, neurotrasmettitori che funzionano da analgesici naturali e che donano uno stato di benessere nel corpo.
Dire ad una mamma di coccolare meno il suo bambino è come dire al Sole di scaldare meno la Terra… ma per favore! 😀
ecco, tu l’hai detto proprio bene! Un abbraccio 😉