Diario Oasi
I regali che chiederò a Babbo Natale
Caro Babbo Natale,
ricevere una lettera da una diversamente giovane che non ti chiede la Barbie con villa a tre piani munita di ascensore e pagamento Imu, che non ti chiede la bambola che fa la cacca, e che produce caccole vere. Non ti chiede, insomma, lo scibile della produzione mondiale contemporanea di giocattoli, sarà una sopresa.
Allora siediti comodo accanto al camino, chiama la tua renna preferita, preparati un vin brùlé e leggi con calma…
Per questo Natale vorrei:
- Il Bimby. Lo so. Costa un botto. Però tutte quelle che lo hanno in casa gli stanno dimostrando un amore così profondo che il diamante De Beers a confronto è lo zircone pubblicizzato dal Gabibbo nelle riviste free press. Senza contare che da quando c’è un bimby in casa di una mamma il problema “cazzo faccio oggi da mangiare” pare si sia estinto. L’unica cosa che mi sento di promettere sarà quella di non postare foto su Facebook di me che mostro orgogliona le pietanze preparate con questo miracolo della ingegneria domestica. A eccezione di un piatto da gran gourmet che mi dovesse riuscire bene roba che taggo da Carlo Cracco a Joe Bastianich postandogli:”muorite entrambi”;
- Un guardaroba nuovo. Sì l’intero mio armadio che al momento pare il magazzino dell’Upim degli anni ’80. Ogni volta che spalanco le ante ho un moto di orrore al pensiero di dovere uscire con mise che mi spingono a pensare che sarebbe molto meglio andarmene in giro con gli zoccoletti da infermiera bianchi, quelli coi buchini, la camicia con i becchi che arrivano fino a sotto le tette e i calzoni alla sanculotto. Perciò dopo questo ritratto immagini la disperazione di una ex fashionista saltata a bomba dall’orlo della sua crisi modaiola;
- Uno stereo. In filodiffusione sarebbe perfetto. quello che avevo ora emette rantoli. Non ascolto più musica da quando è nata Camilla, quindi da nove anni tondi. Mi mancano le note musicali in casa. E le figure di merda faraoniche quando Carlo tradimento mi beccava cantare con la spazzola davanti allo specchio della camera mentre imitavo la qualunque delle pop star;
- Una casa più grande. Stanzierei a vita dentro la mia piccola “bomboniera” calda, accogliente, luminosa, con il parquet color sabbia che ho sempre immaginato di camminare a piedi scalzi ma mi mancano due cose basilari: una vasca da bagno e un camino. Regalameli e posso anche morire in pace. E’ un modo di dire ovviamente.
- Smettere di fumare. Il problema è che mi piace l’atto di questa abitudine tossica, mi piace parlare insieme a lei, bermi un caffè con lei, sbuffare il suo fumo denso dalla bocca, poi mi piace un pò meno osservare le piste di rughe sul viso che fanno slalom vorticosi tra naso, occhi, bocca e arrivare a casa dopo tre rampe di scale e sentirmi un ronzino sfiatato;
- Essere madre così come sono. Dopo tutte le peripezie vissute tra depressione post parto, millemila domande poste se facessi la cosa giusta con Camilla, anni di notti insonni il cui desiderio era quello di entrare anche in coma pur di riuscire a dormire, errori grossolani sulla gestione della vita di questa bambina assurda che è entrata d’impeto e miracolosamente nella mia vita sfondando con vigore persino le barriere spesse di una endometriosi al 4° stadio (mandata a scuola con patacche sulla divisa grosse come medaglie, dimenticato più volte la merenda da metterle nello zaino, tanto per citartene solo alcune), voglio restare così come mi vuole Camilla:”sei una mamma a volte strana e buffa ma molto in gamba, sai? Perché quando ti dico le cose tu fermi tutto quello che fai e mi ascolti sempre”, la fase del mantenimento è sempre la più dura perciò un piccolo contributo sarebbe gradito;
- Amare ogni giorno di più mio marito. Se lo merita. E io mi merito di amarlo.
Caro Babbo Natale è tutto.
Ti aspetto il 25 dicembre, a mezzanotte da me.
Mi raccomando stai attento al Bimby quando lo passi per il comignolo…