I nostri bambini sono nativi digitali?
La scorsa settimana ho seguito in streaming un interessante scambio di opinioni tra esperti sul canale Facebook di ING Direct Italia. Si parlava di sicurezza in rete e nativi digitali.
Nativi digitali…una terminologia che non avevo mai sentito fino ad ora, ma che si applica perfettamente ai miei figli.
Salve!
Sono mamma di due adorabili nativi digitali di 5 e 2 anni.
Si, perché i miei figli sono nati davanti ad un computer. A colazione mangiano latte e Skype, a merenda pane con spalmato su un po’ di Youtube.
Se mi chiedete se sono felice di questo, vi dico di sì, che lo sono.
Prima di tutto per una questione pratica: vivendo all’estero, la rete è l’unico modo per poter rimanere connessi costantemente, in maniera pratica e in tempo reale, con l’Italia. Parenti e amici vedono crescere i miei bimbi e partecipano alla nostra vita attraverso un webcam o leggendo le nostre imprese su email e blog. Siamo una famiglia che viaggia e mantiene i contatti con le proprie radici grazie ad internet.
Quando Matteo aveva 2 anni, eravamo ancora a Sydney, mi sono ritrovata una sera con una casa da riordinare, la cena da preparare e nessuna idea in testa e un figlio smaniante di attenzioni. Non sapevo che pesci pigliare.
Mia suocera, in linea su Skype dall’Italia, mi ha allora chiamata e tramite webcam, ha tenuto compagnia a Matteo per un’ora, raccontandogli favole, disegnando per lui e dandomi il modo di terminare i miei mestieri prima del rientro dell’ingegner Brambilla. La nonna ha fatto da babysitter on line per Matteo, a 16.556 km di distanza.
Secondo, non potrei evitare il web nemmeno se lo volessi: il nostro tempo è in 2.0, in tecnologia friendly, in connessione, contatti, scambi e i bambini sono immersi in questa realtà , volenti o nolenti.
Matteo ha 5 anni e se gli metti in mano un tablet o uno smartphone, li usa con disinvoltura, nonostante abbia imparato per “prove ed errori”, non perché qualcuno glielo abbia insegnato.
La scuola che frequenta, ha fornito una serie di link didattici da usare tutti i giorni per fare i compiti di inglese e matematica.
Invece Davide ha un approccio più fisico con la tecnologia informatica: se il pc non fa quel che vuole, lui lo piglia a calci. Ma a parte questo, diciamo, che sta seguendo le orme di suo fratello.
Passiamo un sacco di tempo, noi genitori, a disquisire sulla sicurezza in internet e di come l’esposizione dei più giovani a questo tipo di tecnologia, possa influenzarne le menti e i comportamenti.
Quarant’anni fa i nostri genitori o chi per loro, discutevano dell’influenza della televisione su noi giovani e prima ancora la radio e via via. Insomma, la storia insegna.
La tecnologia non si può fermare. Non la si deve demonizzare né tanto meno lasciare a briglia sciolta. La si deve capire, conoscere e gestire con buon senso.
Internet è un oggetto, impalpabile forse, ma è comunque una “cosa” che ha delle funzioni ed utilità e come ogni cosa non è né buona né cattiva, dipende da come la si usa.
La conoscenza da parte di noi genitori dei meccanismi che stanno dietro alla rete e della tecnologia ad essa connessa, è a mio parere, la chiave fondamentale per fornire gli strumenti giusti ai nostri figli e permettere loro di navigare senza pericoli.
Filtri per internet, presenza costante del genitore, informazioni e istruzioni, regole ed orari, tutti gli ingredienti per insegnare ai nostri figli a navigare senza essere inghiottiti da vortici o tempeste in “mare” improvvise.
E voi, che rapporto avete con la rete?
Che uso ne fanno i vostri figli?
Io ricordo ancora l’incontro con le bimbe adottive di una coppia di amici di Marito. Erano in Italia da due settimane e provenivano da una regione piuttosto “complicata” dell’Africa. Ebbene, mentre io non ne avevo mai nemmeno ancora visto uno, loro usavano senza problemi e con estrema disinvoltura il tablet del papà .
Sarà che, nonostante sia nata nell’ 82, ho avuto internet solo a 20 anni (convincendo i miei solo facendo leva sull’indispensabilità del mezzo per fini universitari) e quindi mi impressionano molto le nuove generazioni che usano la tecnologia integrandola perfettamente nella loro vita. Mi sono arresa allo smartphone solo a dicembre e solo perchè mi è arrivato in regalo, sennò stavo ancora col mio cellulare che serviva solo ed esclusivamente per telefonare.
Non è così scontato purtroppo l’idea di un utilizzo responsabile dei mezzi tecnologici. Un applauso chi lo utilizza con coscienza come la famiglia Brambilla, ma c’è troppa gente che delega a questi gingilli l’intrattenimento dei pargoli. Non penso vada demonizzato internet e tutto il carrozzone, ma mi spiace anche pensare che si perda il gusto di tante belle cose più concrete. Come in tutto, ci vuole equilibrio.
Fin da piccolo sono stato attratto dalla tecnologia. Ricordo ancoro le pagine ultime pagine del mio libro di tecnica di prima media che riporatavano le istruzioni in da inserire su un computer per disegnare e visualizzare figure geometriche, al ritorno da scuola mi fermavo sempre davanti ad un grande negozio che in vetrina aveva il comodore 64,sbavavo!!
Mio figlio Alessandro ha preso il mouse in mano a 2 anni e mezzo, lo trascinava sul tappetino e con il paint faceva composizioni dai mille colori e figure fantasiose. Ha imparato presto ad usare il computer e anche noi avendo parenti lontani ci teniamo in contatto con skype.Ora che ha 10 anni usa il computer che papà gli ha predisposto con le adeguate protezioni per lui che ancora adulto non è!
Del resto i bambini cercano di imitare gli adulti fin da quando nascono quindi sarebbe ipocrita da parte mia usare un computer o un tablet ma impedire a lui di usarlo, nascondendomi davanti alla scusa della sicurezza.
Se un bambino va al parco e usa una altalena in modo sconsiderato può essere sbalzato dal sedile e cadere malamente a terra provocandosi gravi danni fisici, tra l’ altro è successo proprio nel parco vicino a casa nostra.
Come ha detto giustamente Enrica preferisco insegnargli ad usarlo in maniera consapevole ed informata, senza eccedere ne farne un uso improprio.
Quando fuori c’ è una bella giornata non gli consento di stare a casa davanti al computer o a giocare con una console ma lo porto al parco dove puo’ correre e giocare come tutti gli altri bambini, o si fa una bella passeggiata, allo stesso modo frequenta le lezioni di judo perchè il fisico è importante.
Sinceramente pensiamo di avergli insegnato un uso consapevole della tecnologia proprio perchè non capita mai di dovergli intimare di spegnere o di cambiare attività , tuttavia siamo sempre vigili.
il presente è governato dai computer, qualsiasi attività dalla più semplice alla più complicata è del mondo lavorativo è collegata all’ uso di strumenti informatici, anche le pubbliche amministrazioni si stanno adeguando, un esempio è la pagella digitale introdotta proprio in questi giorni dalla scuola di Alessandro!
Beh, proprio oggi, pensavo a questo argomento. Ho due gemelle di 4 anni, Giada e Elena e hanno una dimistichezza con computer e telefonini che è da invidia. A volte pure io rimango un po’ incasinata, ma loro no. Giada specialmente apprende in modo veloce e gli piace tanto passare del tempo con computer e telefoni. Siccome però ho paura che gli possa fare male , cerco di limitare il tempo. Poi c’è da dire che, ultimamente visto i malanni e la neve, siam o stati molto in casa. Solitamente con l’asilo il tempo in cui possono usufruire di tutto questo è limitato. E spero che con la bella stagione diventi ancora meno. Ho paura e credo che troppo tempo davanti a questi schermi gli possa dare noia. Comunque in questo ambito, nonostante non gli abbiamo mai insegnato alcune cose, sono dei veri e propri geni. I tempi sono cambiati.
Ho imparato anche io ora cosa significhi nativi digitali perchè sto studiando come adattare le metodologie didattiche a queste nuove competenze ed è un argomento che mi intriga
è un argomento a cui non si può essere indifferenti. La tecnologia ormai ha preso piede, i bambini di oggi mostrano un’abilità nel saper usare Ipad, Iphone, I-tutto che spesso mia figlia ne capisce più di me. Sono solo del parere che come in tutte le cose occorre adottare la misura. Troppo spesso vedo bambini “affidati” per ore ai video giochi portatili o ai pc a casa solo perchè “così almeno stanno buoni”…
Elo, sei insegnante? O hai bimbi che si stanno avvicinando al PC con una velocità inquietante? 😀
Davide prende a calci…
digitale si, ma non dita delle mani ma dei piedi
Ecco perchè l’Ing Brambilla collega il case del PC nuovo al 110V (non abbiamo il 220V qui…) cosi Davide quando calcia si fa digimale… ma il 110V non è digiletale e gli ricorda del mondo analogico dove ci sono più di 50 sfumature di Volt tra 110 e 220 ed ognuna fa un solletichino diverso…
Non so se amarlo o denunciarlo… O.o
premetto che Enrica, tuo marito è tremendo, poi:
la tecnologia va avanti, nn dobbiamo fermarla nè demonizzarla, però bisogna stare attenti, soprattutto su internet. E’ uno spazio infinito, dove ci sn veramente milardi di cose, ma ci sn altrettante persone che lo usano per altri fini, quindi, sempre stare attenti e al passo con i tempi!!! io ricordo ancora il primo cellulare che mio padre si comprò nel 1990, sembrava chissà che cosa, e invece ora puoi sapere, grazie al web e agli smartphone, cosa sta facendo il tuo amico, in tempo reale dall’altro lato del globo…io vedo mio figlio, 26 mesi, quasi 27, sa già accendere il mio pc, lo dovreste vedere, lo prende, lo apre (il mio è facile è quello 10 pollici, quindi nn ha i gancetti per aprirlo) e spinge il bottone per accenderlo, la mia fortuna è che ho la psw e fa pochi danni, anche se qualche volta lo sbatacchia per terra o lo strimpella come un pianoforte…ma bisogna educare i bambini ad un uso consapevole del pc. Anche io, come tanti di voi, ho usato lo stratagemma di youtube per far mangiare mio figlio, quando nn voleva, soprattutto al ristorante, ma sinceramente e personalmente, mi dà fastidio vedere i bambini a tavola con tablet o psvita o nintendo ds o lettore dvd…poi, magari, per far stare buono il mio mi ritroverò nelle stesse situazioni…