Salute e Benessere

I consigli dell’estate che è meglio scordare

estate-congestione-mare-bambini.jpgToglietemi una curiosità: ma se in un futuro prossimo imminente tutti i TG, i magazine e i siti di salute e famiglia smettessero di colpo di dare questi benedetti “consigli per l’estate“, cosa succederebbe a noi Italiani? Moriremmo tutti disidratati, arrostiti dal solleone e fulminati da congestione post prandiale mentre siamo ammollo con la paperella a largo di Riccione?
No, perché il dubbio viene altrimenti come ce lo spieghiamo che ogni anno esperti e giornalisti si affannino a ricordarci che d’estate fa caldo, che stare sotto il sole fa sudare, che se si ha sete si deve bere acqua e non il vin brulè seduti davanti al caminetto?
La sagra dell’ovvio, il festival della banalità, ecco cosa capita ogni inizio estate in Italia!
Lo so che vi proclamate tutti d’accordo con me, ma i post e gli articoli condivisi sui social ci sono e sono la prova che il popolo italico sente il bisogno di venire costantemente avvertito dei pericoli dell’estate, pena la morte.

Noi italiani, soprattutto se appartenenti alla categoria “mamma”, siamo affetti da IPCE, ipocondrismo paranoico cronico ereditario: “ce l’hai la canottiera? Altrimenti le correnti d’aria ti fanno venire la bronchite!”. “Dopo il bagno cambiati il costume perché altrimenti ti vengono i reumatismi.” “Ma sei matto a mangiare l’anguria gelata con questo caldo? Ti si blocca lo stomaco”. “Sei tutto sudato, mettiti il golfino perché il sudore ti si gela addosso al primo spiffero e poi ti viene la cervicale”.
Siamo un paese di malati immaginari che si nutre e nutre i telegiornalettai con badilate di baggianate.

Al primo posto della classifica delle assurdità però c’è sempre lei, un evergreen: “aspetta 2/3 ore prima di fare il bagno dopo mangiato“. Quando lo racconto ad americani, australiani, inglesi, turchi, brasiliani… insomma, ai non italiani, la reazione varia da “mi stai prendendo in giro” a “mai sentita una roba del genere”.
Ed effettivamente, basta lasciare le patrie spiagge e i lidi natii per scoprire che i popoli del mondo fanno il bagno in mare/oceano prima, durante e dopo il pasto senza che ai telegiornali nazionali e sui siti di sedicenti esperti si menzioni il pericolo della congestione da bagno in mare a pancia piena.

Io ho vissuto anni e anni odiando il pranzo in spiaggia perché a causa di un trancio di pizza e una pesca, mi venivano negate 3 ore di preziosissimo e salutare divertimento acquatico.
No, dico, ci siamo capiti? Un trancio di pizza e una pesca! Per tanto così avrei potuto ogni giorno ingollarmi una teglia di lasagne, tanto negata per negata, almeno l’acqua del mare era sacrificata per un pranzo luculliano, mica lo snack dello sfigato.
Poi un giorno mi ritrovo su una spiaggia australiana, a bagnare i piedi nel gelido oceano pacifico, che in piena estate è caldo come il Tirreno il 2 di Gennaio, e meraviglia delle meraviglie, assisto al disintegrarsi della legge della congestione italiana: gente di ogni età, forma e dimensione, dopo aver mangiato un panino e un gelato, si tuffa tra le onde e cosa ancora più straordinaria, ne esce sana e salva, con un bel sorriso stampato sulla faccia.
Le cose sono due: o gli australiani sono dotati di un doppio rivestimento mucoso gastrico, in grado di proteggere il prezioso bolo, o la legge della congestione italiana altro non è che una bufala clamorosa.

L’imprinting dato dall’ipocondrismo paranoico cronico ereditario svanisce velocemente dopo essere sopravvissuta felicemente ad un bagno di un’ora dopo un doppio cheesburger.
Come la mettiamo? Presto detto: la congestione non è scientificamente provata e a mio parere (basato sull’osservazione diretta in due continenti e l’ascolto delle esperienze di gente proveniente da ogni dove) si tratta di una panzanata di proporzioni galattiche.
Di certo dopo un pasto in stile ferragosto sarebbe meglio evitare la nuotata in mare aperto, ma anche la biciclettata o la sfida di Limbo e Lambada.
Ma chi è che mangia agnello arrosto, patate al forno, baccalà e tagliatelle al sugo di cinghiale ogni giorno in spiaggia?
Nessuno, per lo meno tra quelli sopravvissuti all’indigestione. Tutti gli altri che hanno placato la fame con un pezzo di pizza o un panino, hanno totale via libera senza restrizioni di orari connessi alla digestione.
Se non ci credete perché in rete ancora si trovano medici che raccomandano prudenza, manco si lanciassero neonati in mare tra le gli iceberg siberiani, pensate ai milioni di bagnanti di ogni latitudine e longitudine che godono dei piaceri marini a prescindere da ciò che mangiano e domandatevi: com’è che loro sopravvivono senza che il tiggì gli ricordi di aspettare 3 ore prima di fare il bagno?

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

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