A voi la parola

Empatia fa rima con…

Empatia

Silvia Morsenchio, la nostra amica e socia, ci offre una riflessione sull’empatia

Empatia fa rima con energia, sinergia, simpatia, allegria… pronti via!
Leggo su Wikipedia (cit. fonte Empatia, definizione di “empatia”): “capacità di comprendere a pieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore…”

Em-pathos, travolgente, sensuale, conturbante, filosoficamente, totalizzante “pathos”greco, sentire, percepire, vivere nel midollo, trasportare in superficie…fare fiorire.

Siamo al livello del sentire dentro, da dentro, calarsi nei panni di, dall’interno all’esterno, nel profondo di noi stessi.
Ed è sconvolgente pensare che questa condizione, questo status, questo modo di essere, appartiene non solo alla specie umana, bensì anche a quella animale!

Allora, penso, l’empatia è un istinto, un istinto di sopravvivenza, indispensabile, ineludibile, imprescindibile.
È un fiuto che indirizza, una luce che guida, un faro che illumina, una mano invisibile che accompagna i rapporti, le relazioni, le scelte, i gesti, i gusti, i movimenti, i flussi, di tutta la stirpe vivente umana o animale che sia in un’unica direzione.

È un carico, un abito, una piuma, un becco, una zampa, un’ala, un passo che appartiene a tutti noi, che ci lega seppure nella rispettiva individualità, che finalmente non amplifica le distanze, ma le accorcia progressivamente fino ad eliminarle negli stati più sublimi della nostra essenza.

È un fiato sottile che connette noi stessi e ci connette tra di noi, attingendo energia dai polmoni più selvatici, primordiali, nativi, atavici del genere vivente.

È un modo di essere, in cui la logica del distinguersi, contraddistinguersi, emergere, sopraffare, fagocitare, prevaricare, giudicare, imporsi, superare, cede il passo alla logica del fondersi, dell’incorporarsi, del dissolversi in una essenza fatti di due elementi tanto universali quanto oramai rari, fino a rasentare la rarefatta estinzione: luminosa voce del cuore, da un lato, e leadership dell’amore dall’altro, dove lo scettro è affidato ad un io molto più potente, trasversale, naturale e connaturato a tutto il creato.

Quale il re o la regina di tutto questo allora? Quale questo io? Stiamo parlando dell’io dei sei sensi. No, non è un errore di stampa, non sono più cinque, sono davvero sei: la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto, il tatto e l’empatia!

Allora, come stai oggi o mio lettore/lettrice? Esci con me?

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

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