Dimentica il figlio ma non è una cattiva mamma
Appena trasferita da Sydney in California, iscrivo Matteo in un asilo vicino casa.
Di solito la mattina lo porto in classe e mentre scambio qualche chiacchiera con la maestra, lascio razzolare in giro Davide che ha 7 mesi.
Una mattina, come tante altre, dopo aver salutato la maestra, esco dalla classe e mi avvio verso gli ascensori.
Le porte si stanno aprendo quando da dietro la maestra mi chiama e mi dice “Signora, ha scordato qualcosa…”.
Istintivamente mi guardo il fianco pensando di aver lasciato la borsa e sto quasi per dirle che si sbaglia e che ho tutto, quando lei aggiunge sorridendo, “… il suo bambino”.
Per una frazione di secondo io penso “ma come dimenticato il mio bambino!? L’ho portato apposta qui all’asilo…”. Davide!
La maestra non parlava di Matteo ma di Davide, l’altro mio bambino.
Un giorno esco dal supermercato. Sto discutendo con Matteo che mi pianta un capriccio dietro l’altro e mi tira scena come non mai. Lo spedisco in macchina e comincio a caricare la spesa nel baule, senza mai smettere di sentire le lamentele e i piagnistei di Matteo.
Qualcuno dietro di me mi chiede “Scusi, signora… è suo quello?”.
Il “Quello” è il mio carrello con Davidino seduto nel seggiolino apposito: essendo il parcheggio leggermente in pendenza, il carrello ha preso il via libera e ha cominciato a procedere solitario in centro alla corsia mentre Davidino che mi guarda con aria perplessa.
Un’altra mattina siamo di corsa perché in super ritardo e ovviamente Davide piange e si contorce e mentre cerco di infilarlo nel seggiolino, il tasto del telecomando viene schiacciato per sbaglio ma io non me ne accorgo subito. Siccome per domare la belva ho bisogno di due mani libere, lancio cellulare, chiavi di casa e dell’auto sul sedile davanti. Missione compiuta: Davide è seduto e legato al seggiolino. OK, strilla che tra un po’ gli partono le tonsille, ma è in macchina. Chiudo la portiera e… bip! Le porte si bloccano.
Dopo qualche minuto di panico da manuale, ricordo che la finestra della mia camera è accostata e dopo aver scardinato la zanzariera, mi arrampico in casa per prendere le chiavi di scorta.
Le volte che poi ho dimenticato di andare a prendere i figli a scuola? Innumerevoli.
Le volte che ho scordato un appuntamento medico nonostante fosse segnato sul calendario? Incalcolabili.
Sono una persona smemorata e sbadata, lo sono sempre stata, dopo i figli e ancor di più il trasloco in California però, ho vissuto momenti di profonda e completa confusione.
Notti in bianco, due bambini estremamente impegnativi, un paese sconosciuto, triste per aver lasciato quella che consideravo casa mia, ma soprattutto sola, fisicamente, emotivamente, mentalmente sola.
Quella che mi ha accompagnato per anni, e che di tanto in tanto ancora si fa sentire, è la sensazione di essere disallineata con me stessa, come se il mio cervello (o quello che ne rimane) si trovasse in un universo parallelo rispetto al resto del mio corpo, non so se mi spiego.
I miei figli sono vivi e vegeti, ringraziamo il cielo! ma sarebbe potuta andare peggio. Una fatalità, un incidente sarebbe potuto capitare e l’evento ridicolo di una mamma sbadata si sarebbe potuto trasformare in una tragedia orrenda.
Perché vi dico tutto questo? Perché ho sentito l’intervista di questa mamma americana che in un momento di confusione, con tre figli al seguito, ha lasciato il più piccolo (2 mesi) nella capsuletta posizionata dentro il carrello del supermercato.
Tutto è finito bene, il bimbo è stato trovato velocemente e non ha mai mostrato nessun segno di disagio. La polizia ha capito che è stato un incidente e non ha fatto problemi.
In rete però, una valanga di genitori si è scatenata contro questa mamma accusandola di essere un’irresponsabile, incapace di prendersi cura dei suoi figli, una cattiva mamma non meritevole di allevarli, buona solo per la prigione.
E in questo caso (come nei miei) non è neppure successo alcunché di grave, eppure la gente, questo ammasso indefinito e sconosciuto di esseri con un volto grosso come un’icona facebookiana o twitteriana, assale, giudica e condanna una donna per un errore, per quanto grave.
E` una cattiva mamma? No, non credo e fortunatamente, dopo la prima ondata di condanne, sono piovuti migliaia di messaggi di sostegno e comprensione nei suoi confronti.
Non vi racconto tutto questo perché voglio giustificare questa mamma, nascondermi a mia volta dietro la medesima scusa.
C’è una spiegazione però e il gesto che viene compiuto non ha nulla a che vedere con la competenza dell’essere genitore, con l’amore verso i propri figli e le capacità di allevarli in maniera sana e sicura.
Posso addirittura anche spiegarmi come un genitore, sotto stress, insonne, preso da mille problemi e pensieri, arrivi a scordarsi un figlio in macchina sotto il sole.
Anche davanti alla tragedia, che ahimè capita, di bambini morti in questo modo, io non trovo dentro di me la forza di condannare questi genitori che vivranno una vita di dolore e sensi di colpa implacabili.
Ciò che invece penso è “potrebbe capitare anche a me” perché non sono perfetta e sotto certe condizioni, sono ancora più sensibile nel commettere errori.
E voi cosa dite?
E’ capitato anche a me, e più di una volta. L’ultima (e più grave) quando Violet era piccola, meno di un anno, e stavo portando Chris dall’ortodontista. Saliamo nello studio, e la tipa al front desk, che mi conosce, dopotutto siamo i tutti i mesi, mi dice “Where’s the baby?”
…THE BABY!!!
L’avevo lasciata in macchina, nel seggiolino, si era addormentata…
Ovvio che per tanto tempo ho avuto gli incubi, perché la storia sarebbe potuta finire tragicamente, ma come dici tu, non sono una cattiva madre. Sono una madre umana, e quotidianamente commetto errori verso i miei figli, dai quelli più banali a quelli piu duri da auto-perdonarsi… Tutti i genitori sono umani, siamo tutti imperfetti, tutti sbagliamo. C’e’ da sperare che nessun errore abbia conseguenze irreparabili, tutto qui.
Le madri che si scagliano contro altre madri per degli errori (che sono sicura, hanno fatto anche loro), invece di offrire il loro supporto e magari qualche idea o consiglio per evitarne altri in futuro, sono delle merde. Pardon my French. 🙂
Condivido parola per parola, anche il tuo francesismo, carissima 😉
Non pensavo potesse accadere ma proprio questo pomeriggio io e la mia famigliola , mio marito e le due bambine di sette e un anno e mezzo siamo andati al supermercato a prendere i pannolini per la bimba e siamo entrati senza passeggino con la bimba in braccio e terminata la spesa siamo arrivati alla cassa in un momento in cui nostra figlia più grande ha iniziato a fare un po di capricci , così una volta pagato soamo usciti verso la macchina presi dai capricci e ad un certo punto ci siamo accorti che la piccola non era con noi in braccio, mio maritoper pagare mise a terra la bimba e io non mi resi conto che lei era li !! Insomma avevamo dimenticato entrambi che al supermercato eravamo andaticon entrambe le bimbe!! Una corsa a ce4carla e ffortunatamente era li che girava tranquilla…ma che spavento!! E ancora n9n riusciamo a capire come possa essere accaduta una cosa del genere….
Basta avere un sacco di cose per la mente, essere presi dalla fretta o dal caos e distrarsi capita, Katia. Per fortuna non e` capitato nulla 🙂
Leggere le vostre esperienze mi consola poiché oggi mi è accaduta una cosa che mi ha lasciato sconvolta…premetto che ho un bambino di sei anni per il quale mi alzo ogni mattina alle sette per prepararlo per andare a scuola…dopo aver fatto il turno di notte per allattare il suo fratellino di tre mesi…quindi sonno zero da tre mesi piu altri durante la gravidanza.
Mi reco all.ikea con mio marito che per gentile concessione mi dedica due ore del suo tempo…si fa per dire appena entrati si attacca a telefonare…non mi considera di striscio ed io con il passeggino con il mio pulcino giriamo per il negozio….irritata e delusa da mio marito arriviamo finalmente nel reparto che ci serve…parcheggio il passeggino…prendo le scatole le carico sul carrello e insieme a mio marito che finalmente mi degna di considerazione mi avvio perso l uscita…dopo circa cinque minuti mi viene un colpo….il passeggino il mio bambino…cerco di ricordare la strada fatta ….non ricordo nulla…vado nel panico…arrivo nel reparto e li una signora con un bambino io credo un angelo è li che veglia sul mio bambino….mentre io con un’ espressione sconvolta arrivo….mi sento un mostro non una madre…e con sensi di colpa paurosi…so che devo cercare di perdonarmi…di promettermi di non rifarlo piu…