Post parto

Decalogo di sopravvivenza per i neogenitori – parte quarta

 

1. Evitate di vedere pericoli ovunque.

Il livello d’ansia nei neogenitori sale a livelli esponenziali. Io confido in un ricercatore che in qualche parte nel mondo si decida a prendere in esame questo scompenso psicologico dell’adulto. Nel frattempo vi consiglio caldamente di opporre resistenza alla ventata di paranoie che entrano in azione all’arrivo di un bebè. Preoccupatevi per motivi validi tipo se il bambino giocherella con un chiodo arrugginito e non se si avvicina a una innocua gallina di peluche. Pensare che toccandola possa contrarre l’aviaria lo trovo comunque divertente.

 

2. Non tenetelo troppo incollato davanti alla TV

Una volta un’amica mi disse: “ah, se non ci fosse la tv non so come farei a preparare la cena!” Ok, glielo concedo. Però quel mostro rettangolare, al plasma, multicolor che ti risucchia in un vortice ipnotico dopo 5 minuti dalla sua accensione, va sfruttato con buon senso.  Se doveste fare appello a lui ogni volta che dovete sbrigare qualcosa rischiate di essere miseramente sostituiti dalla tecnologia e il bambino è probabile che quando invoca “mamma” vada ad abbracciare il vostro 36 pollici.

 

3. Ricordatevi che siete nemmeno all’inizio.

“Sapessi quanto è testardo! Mi fa dannare, e poi ha una forza di volontà  incredibile, capricciosetto, un po’ prepotente”” no, vabbè. Tutto rivolto a un bambino di 5 mesi! Date tempo al tempo e non ostinatevi a vederlo come fosse già  un adolescente, che poi da quello che sento in giro quando si approda a quella fase di vita dei figli la cosa più saggia da fare è pregare, pregare e ancora pregare che la turbolenza ormonale passi il più in fretta possibile.

 

4. Festeggiate il suo compleanno con moderazione.

Lo so. Vorremmo regalare la luna ai nostri figli con tanto di via lattea e tutte le costellazioni disponibili in cielo ma forse sarebbe bene ridimensionare le nostre velleità  e pensare che una festicciola sobria con un po’ di pasticcini, qualche parente e una torta con una candelina in mezzo per soffiare via il suo primo anno di vita con emozione e gioia immensi, sarebbe più opportuno invece di affittare un castello sforzesco, gli sbandieratori che con i vessilli lanciati in aria vanno a formare per un istante “tanti auguri” e lo spettacolo finale pirotecnico con una torta che sfama città  e zone limitrofe.

 

5. Non paragonate vostro figlio a qualcun altro.

Trattasi di un errore che più comune non si può. A me è successo più di una volta, ahimè. Quando Camilla faceva le sue simpatiche bizze in giro da attirare l’attenzione anche dei piccioni in piazza cercavo la prima bambina che mi capitava a tiro e dichiaravo a mia figlia: “vedi quella bimba come è brava? Mica fa arrabbiare come te”” trattasi di un metodo molto poco ortodosso che non sortisce l’effetto sperato, cioè quello di sedare la luna storta del bambino, piuttosto contribuisce a crinare la sua autostima. Che poi quel giorno mia figlia guardando la bambina ha esclamato: “per forza non fa arrabbiare sta dormendo!”, ecco appunto.

 

6. Non coinvolgetelo nei vostri litigi.

Le incomprensioni e i problemi di coppia sono un’esclusiva di noi adulti e ai figli non riguardano. Perciò se vi capita di discutere animatamente, fate uno sforzo e cercate una soluzione per allontanare il vostro bambino, poi allestite pure un ring per una sfida all’ultimo sangue se volete. Ma rendere conto a u ultra minorenne di quanto sia stato cretino il suo papà  o di quanto sia una deficiente la sua mamma non porta a nulla di buono. Ricordatevi che un consulente matrimoniale è più alto di un metro!

 

7. Permettetegli di vivere i suoi tempi.

Non dissacrate il senso del principe che ama la principessa e che poi vissero per sempre felici e contenti. E’ vero che le cose sono un tantino cambiate, che la rivoluzione sessuale è in grande trasformazione, la par condicio in evoluzione, che ci sono conviventi etero, omo, genitori single, transessuali, ermafroditi e che l’amore vero si è estinto con l’era mesozoica. Cercate di non ridere in faccia a vostro figlio con la tentazione di svelargli che uno che corre in sella su un cavallo bianco imbellettato a salvare una dama in difficoltà  con  mise  calzoni azzurri modello skinny, scarpette in velluto con tacchetto, capello  lungo,  ondulato, biondo effervescente è un gay latente, altro che principe azzurro…

 

8. Trasmettetegli l’amore per la natura.

E qui mi sento di farvi un appello accorato. Anche se siete aracnofobici, in grado di sfidare la gravità  alla vista di una cimice, riuscite a disintegrarvi molecolarmente se un’ape vi ronza intorno, sensibilizzate il più possibile  vostro figlio alla natura. Portatelo a fare una passeggiata ogni tanto in mezzo al verde, fategli respirare aria buona per ritemprare la sua mente e i polmoni dalle polveri sottili della città . Quanto a voi, rivolgetevi a uno psicologo per risolvere la vostra fobia. Oppure cazziate i vostri genitori perché è molto probabile che siano loro la fonte delle vostre paure.

 

9. Non creategli tabù.

E’ naturale che il bambino ad un certo punto della sua vita scopra “quel coso l씝 e quella “cosina l씝, altrettanto naturale che una volta fatta la scoperta voglia approfondire di che si tratti e che si rivolga a voi per avere risposte. Spiegategli serenamente il concetto di sessualità . In fondo è una parte fondamentale del suo corpo ed è giusto che ci instauri un rapporto conscio e equilibrato. Non trasformatevi in un giudice della santa inquisizione intimandogli di coprire quel mostro orrido che poi dopo tutti si scandalizzano e che dirà  la gente e “urka loca” mica  si può! Poi se da adulto se ne va in giro nudo coperto solo da un impermeabile a mostrare “quel coso l씝 alla prima che capita non si tratta di un maniaco come si pensa comunemente ma solo di una persona in cerca di quella risposta che non ha mai ottenuto”

 

10. Quando si fa male rassicuratelo.

Non lasciatevi prendere dal panico. Di solito le ferite dei bambini sono abrasioni sulle mani, ginocchia, gomiti, tutti incidenti risolvibili con una bella voce calda e sicura della mamma che consola il piccolo, un batuffolo di cotone e una spruzzatina di disinfettante senza alcol sulla ferita, con un bel cerotto a completare l’operazione di soccorso. Non pensate nemmeno di fiondarvi all’ospedale, correreste due rischi:

  1. essere internate alla neuro
  2. prescrizione di farmaci a base oppiacea per sedarvi

 

Dopotutto, un bel viaggio low cost, andata e ritorno, per il paradiso artificiale può essere una buona idea”

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Deborah Papisca

L'avvento dell'era dei blog e dei forum forgia la sua fortuna permettendole di realizzare il sogno di una vita: vedersi pubblicare un romanzo. 'Di materno avevo solo il latte' è uscito il 10 maggio 2011 e sembra avere valicato i confini delle sue aspettative oltre ad averla finalmente conclamata scrittrice ufficiale. Continua a leggere

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