Cari genitori, che fate la domenica pomeriggio?!
Sapete di quelle domeniche di natura ibrida? Dove non fa né caldo, né freddo ma la pioggia è persistente e le imprecazioni colorite pure.
Dove appena finito di pranzare mi pongo la domanda -disperata- “‘zzo faccio oggi con gnoma?!” perché Lui non c’è, ha la partita di calcio, la locale, il suo “piez’ e core”, quella che “non posso rinunciare, dai” e siccome Lui è un bravo marito e padre con un senso dell’equilibrio che gli fa capire come dosare tempo per sé e per la famiglia affronto a testa alta il mio metro e 20 tutta ricciolini e occhioni.
Ipotizzo varie opzioni.
1. Restare a casa. Ma il mio equilibrio psichico al solo pensiero di sopportare gli 858.231 “mamma vieni, mamma guarda, mamma giochiamo a”” inizia a tremare come una foglia;
2. Sentire qualche amica per unire le forze (e i deliri) e transumare a casa di una di loro (già la situazione è migliore, anche se le conversazioni di noi mamme sono a effetto “coito interrotto” perché, non si sa come, i bambini sono refrattari alla interazione tra adulti).
Oppure?
3. Ecco la terza brillante idea. Di quelle che, diomiosignore, Steve Jobs si fa un doppio avvitamento nella tomba: si va allo spettacolo dei burattini.
Ecco, se solo aveste una dannatissima idea di cosa con le mie amiche “mammosolidali” (e kamikaze) abbiamo dovuto affrontare, mi avessero detto in alternativa “ti va di partecipare alla corsa nei sacchi con una mela in bocca?” avrei risposto: “sì, molto volentieri, grazie mille”.
Lo spettacolo era dedicato alla favola di Cenerentola.
La location: una sala concessa dal Comune grande abbastanza da ospitare un centinaio di bambini esagitati.
Appena arriviamo il kaos sembra regnare sovrano e il costo dei biglietti roba da accendere un mutuo a tasso variabile.
Gnoma e simili si sistemano in prima fila e io le altre mamme ci mettiamo in fondo già destabilizzate dal caldo insopportabile e dalla confusione che a poter regolare l’udito lo avrei posizionato in modalità off.
Lo spettacolo inizia e la mia simpaticissima emicrania da cambio stagione pure.
D’un tratto entrano in scena Genoveffa e Anastasia rappresentate da due burattini di una bruttezza inquietante.
E d’obbligo parte un pianto -pure comprensibile- tra il terrorizzato e il disperato di una bambina di poco più di tre anni.
Ma di quelli, giuro, da coprirsi le orecchie con le mani a effetto sottovuoto spinto.
La bambina piange e la sua perspicace mamma la consola senza muoversi di un millimetro.
La bambina piange e la mamma malgrado si attiri una significativa quantità di sguardi al limite dello sfanculìo se ne sta lì a dirle “uh, guarda chi arriva…la matrigna!”
La bambina non piange più, urla come un’ossessa e la mamma avendo lievemente colto l’aria da assedio che si stava creando intorno a lei decide di uscire dalla sala.
Nel dubbio se seguirla e consigliarle una dieta a base di costarelle di volpe esco a prendere un caffè con una alleata al “dileguiamoci e anche in fretta da questo inferno” e le meningi in fase “3,2,1 ignition” dalla scatola cranica.
Rientriamo a secondo spettacolo quasi ultimato per non perderci il finale innovativo in cui i personaggi escono sul palco sulle note (basse, basse credetemi) di Gangnam Style.
Sono fortune della vita, queste.
Rincasiamo e al pensiero di cenare e infilare sotto le coperte mia figlia mi sento felice che manco dovessi imbarcarmi per un volo diretto a Negril.
«Cami ti è piaciuto lo spettacolo dei burattini?»
«No, l’unica cosa è stato il vestito di Cenerentola con le paillettes azzurre e ..Gamba Style!”
Lui ci aspetta sulla soglia di casa
«Allora? La partita?»
«Abbiamo vinto. Gran giornata. E voi?»
«Se hai una domanda di riserva ti rispondo volentieri. E la prossima domenica io non ci sono.
Mi alleno per la corsa nei sacchi”»
In inverno o quando piove ci organizziamo in qualche laboratorio, italia o estero non importa :))
mostra, museo
Se il tempo è bello andiamo in qualche parco anche provinciale alle varie feste e sagre sulla primavera e l’estate
Teniamo sempre presente però la spesa-dove la piccola aiuta- e il rientro in tempo per prepararci al ritorno alla routine meno libera della settimana!!!
L’importante è muoversi, per noi, vedere persone e posti nuovi, viaggiare e imparare (tutti) a nuovi ritmi….
e ascoltando J Ax in macchina pensare:”ma come fai in due giorni a costruirti una vita???? “