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Cala il Testosterone nei papà che praticano il co-sleeping

Che gli ormoni della donna fossero su di un’altalena continua tra gravidanza, parto, allattamento, lo si sapeva da molto tempo. In tempi più recenti, sono stati condotti molti studi anche sugli uomini che divengono padri e, in particolare, analizzando il loro livello di testosterone, si è registrato un calo di questo ormone direttamente proporzionale alle cure parentali date ai propri figli.

Più i figli sono piccoli, più il padre è coinvolto nella cura della prole e maggiore sarà  il calo di testosterone, e nel caso di un primogenito, il calo permarrà  per diversi anni.

Un gruppo di ricercatori della University of Notre Dame (Indiana, USA) e della Northwestern University (Illinois, USA), ha voluto indagare sui livelli di testosterone in caso di co-sleeping. La ricerca è stata eseguita nelle Filippine a Cebu, dato che la pratica del co-sleeping è molto diffusa tra le famiglie. Sono stati confrontati i  livelli di testosterone prelevati da 362 padri tra i 25 e i 26 anni. I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: coloro che dormivano da soli, coloro che dormivano nella stessa stanza con il bambino e infine, il gruppo più numeroso, quello di coloro che dividevano lo stesso letto (co-sleeping vero e proprio).

I livelli di testosterone sono stati calcolati prelevando saliva dai padri, la mattina appena svegli e la sera prima di andare a dormire: se dai campioni della mattina non è possibile riscontrare grandi differenze tra i tre gruppi, i campioni della sera mostrano grandi variazioni.

Il contatto con il proprio bambino durante le ore di sonno, porta ad un netto calo di testosterone: esiste quindi una chiara comunicazione sensoriale tra padre e figlio, che influenza la fisiologia dei papà .

Alla luce di questi risultati, l’antropologo Lee Gettler, ha spiegato che già  “In passato avevamo dimostrato che quando gli uomini diventano papà  il loro testosterone diminuisce, talvolta in maniera drastica, e che i padri molto impegnati nella cura diretta  –  dare pappine, cambiare pannolini, cantare una ninnananna  –  hanno il testosterone più basso. I nuovi risultati aggiungono dei pezzi al puzzle: ci dicono che la vicinanza notturna al bambino influenza la biologia dell’uomo in un modo che sembra essere indipendente dalle attività  svolte durante il giorno“.

Gettler sottolinea come tutto ciò confermi precedenti ricerche effettuate sui maschi di altre specie di mammiferi, una volta entrati nella fase di paternità . Per quanto riguarda l’uomo le cose sono più complesse rispetto agli altri mammiferi, ciò non di meno il calo di testosterone durante le cure parentali dimostrano l’adattabilità  al nuovo ruolo di padre, ad una minore inclinazione all’aggressività  e ai comportamenti conflittuali, associati a livelli ormonali più alti, tutti comportamenti comuni ai maschi mammiferi.

Il cambiamento di fisiologia è estremamente interessante e propone nuovi quesiti riguardanti i percorsi evolutivi della nostra specie, nonché le connessioni sensoriali-ormonali tra padre e figlio e le conseguenti risposte sociali.
Fonte: http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2012/11/26/news/meno_testosterone_con_la_nanna_cos_il_pap_si_adatta_al_beb-46794335/

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

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