Bambina malata di leucemia, guarisce grazie a cellule immunitaire riprogrammate
Presso il Children Hospital di Philadelphia si è registrata la prima vittoria contro la Leucemia Linfoblastica Acuta.
Sette mesi fa Emma Whitehead (7 anni) era malata e con scarsissime possibilità di sopravvivenza, a meno di subire un trapianto di midollo.
Invece di proseguire sulla strada “classica”, Emma è stata sottoposta ad una terapia innovativa e ancora in fase di sperimentazione: milioni di sue cellule T (cellule del sistema immunitario), sono state prelevate e modificate attraverso l’utilizzo del virus HIV disattivato. La nuova “programmazione” di questi globuli bianchi prevede un loro attacco e conseguente distruzione delle cellule B (anche loro facenti parte del sistema immunitario) malate.
A 7 mesi di distanza, Emma è completamente guarita e l’equipe di medici che l’ha seguita presenterà il suo caso al prossimo congresso della società americana di ematologia che si terrà prossimamente ad Atlanta.
“Tre settimane dopo il trattamento Emily era in remissione – spiega Stephan Grupp, uno dei ricercatori -, abbiamo controllato il suo midollo osseo dopo tre e sei mesi, e ancora non c’era nessun segno della malattia. Le cellule che combattono il cancro sono ancora nel suo organismo”.
Emma è la prima paziente bambina a sottoporsi a questa terapia, ma non l’unica che fino ad ora ha ricevuto queste cure. Prima di lei 2 pazienti hanno mostrato completa remissione, 4 una remissione parziale e solo in 2 casi non ci sono stati effetti positivi.
I segni che la terapia sta dando effetti positivi sono forti dolori, tremori e una febbre altissima, connessa al rilascio di citochine da parte delle cellule T, con lo scopo di eliminare le cellule tumorali. La febbre alta è comunque rischiosa in quanto può danneggiare il sistema respiratorio e causare sbalzi di pressione e mettere a rischio la vita del paziente.
Solitamente vengono somministrati steroidi per tamponare l’eccessiva azione delle citochine, ma con Emma questa terapia di sostegno non aveva funzionato perché i livelli di una citochina in particolare (interleuchina-6) erano incredibilmente e pericolosamente troppo elevati.
Emma aveva perso conoscenza e non rispondeva a nessun trattamento, tanto che tutti erano pronti al peggio.
àˆ stato a questo punto che il dottor Carl June, responsabile dell’equipe che ha seguito le cure della piccola paziente, ha somministrato ad Emma un farmaco (tocilizumab)che serve per mantenere bassi i livelli di citochine come l’interleuchina-6. L’effetto di questa nuova terapia è stato sorprendente perché nel giro di poche ore Emma non aveva più febbre e aveva ripreso conoscenza.
L’azione delle cellule T riprogrammate, non si esplica solo contro le cellule B leucemiche, ma anche contro quelle sane: per questo motivo Emma e gli altri pazienti, sono costantemente sotto antibiotici per prevenire l’insorgenza di banali infezioni a causa del loro sistema immunitario indebolito dalla terapia.
Recentemente la Novartis, multinazionale del farmaco, ha stanziato un fondo per proseguire le sperimentazioni su questa terapia e ciò lascia ben sperare che presto diventi una cura standard in grado di sostituire l’attuale terapia di trapianto di midollo, pericolosa e costosa.
Fonte: http://www.italiasalute.it/1619/h/Nuovo-metodo-guarisce-bambina-dalla-leucemia.html