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Ausiliaria all’asilo con sindrome di down. Perché no?

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Succede questo. In un asilo di Ferrara, finalmente si concretizza un’azione saggia, intelligente, “open minded”, come si dice.
In questo asilo, dicevo, c’è una ragazza con la sindrome di down. Ma non è una iscritta, affiancata da un’ insegnante di sostegno, no. Lei ci lavora lì dentro e lo fa anche bene. Ha 37 anni, assiste i bambini, ha prestato servizio per 8 anni in una scuola della città e da 6 anni lavora in questo asilo nido dove è arrivata tramite un centro specializzato nell’inserimento lavorativo dei soggetti con sindrome di down. Una ragazza che si diversifica effettivamente da una cosa: fa il suo lavoro egregiamente, assiste le tre educatrici nella cura dei piccoli e pulisce i locali.
Poi arriva lei, la mamma dal quoziente intellettivo di un battiscopa. Una volta venuta a conoscenza di “quella ragazza lì” toglie la figlioletta dall’asilo.
La dirigente chiede spiegazioni alla donna che giustifica prontamente la sua scelta con un commento da premio Nobel: “non voglio che mia figlia stia all’asilo con quella ragazza”.
Bene, in un mondo dove si lotta contro la discriminazione se non altro per esigenze di tempi (ci vantiamo di essere la generazione 2.0, bella, sempre trendy, veloce e scattante, in realtà professiamo tutto questo con i piedi cementati in una dimensione pre-medievale), dove su Facebook si aprono gruppi e sottogruppi per sensibilizzare gli emarginati sociali (che poi, anche qui, direi che la questione sia totalmente relativa, per me un emarginato sociale vero è quello che non riesce più a scrivere per intero la parola “perché” e fa dello smartphone pagato a rate la sua ragione di vita), c’è chi agisce con la paura che proprio quelle persone che hanno pieno diritto di essere sostenute abbiano il potere di contaminare il “normale”.
Signora, le dico una cosa. Sua figlia non dovrebbe prendere le distanze dall’ausiliaria dell’asilo ma da lei stessa.

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Deborah Papisca

L'avvento dell'era dei blog e dei forum forgia la sua fortuna permettendole di realizzare il sogno di una vita: vedersi pubblicare un romanzo. 'Di materno avevo solo il latte' è uscito il 10 maggio 2011 e sembra avere valicato i confini delle sue aspettative oltre ad averla finalmente conclamata scrittrice ufficiale. Continua a leggere

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