Cronache Americane

All’uscita da scuola: analisi socio-culturale dei genitori di Orange County

scuola

Aspettare i figli che escono da scuola è un momento di socializzazione molto importante per noi mamme (e anche per i papà ). Pochi minuti ogni giorno, tutti i giorni, è un tempo sufficiente per approfondire la conoscenza fin tanto da far nascere amicizia e complicità . Si chiacchiera, ci si confronta, ci si consola dei chili di troppo, invidiando le mamme dal fisico perfetto.
Di alcune mamme, nonostante ci si incontri da 6 mesi, non ricordo ancora il nome. Di altre invece so quasi vita morte e miracoli. Per ognuna però ho dei soprannomi per inquadrarle ogni volta che ci si incontra.

C’è “British Mum“, il cui accento inglese è talmente stretto che tutte noi abbiamo scaricato l’app “traduttore simultaneo” per iPhone.

C’è “Fighettina Mum“, tutta carina, truccatina, veste sempre di verde smeraldo intonando le scarpette agli occhiali al golfino. Lei non parla, squittisce. Non si muove, si atteggia con mossettine da 15enne in calore. Voi penserete che la odi a morte, vero? E invece no: odiare le persone costa fatica e la smorfiosaggine di “Fighettina Mum“ non è un motivo sufficiente per giustificare un tale sforzo. Semplicemente lei è un disturbo di fondo, verde smeraldo, all’interno del quadro generale.

Quella che mi inquieta maggiormente è “The Queen Mum“. Costei ha tre figlie, di cui la più piccola dell’età  di Matteo (fortunatamente non nella stessa classe), mentre le più grandi sono in altre classi sempre nella stessa scuola. “The Queen Mum“ è rappresentante di classe, responsabile dell’organizzazione delle raccolte fondi, prepara le torte e le decorazioni per le feste e il punto di riferimento di insegnanti e genitori in quanto depositaria della “conoscenza omnia” della scuola elementare Eastshore di Irvine.

Ecco, lei è pericolosa.

Quando c’è lei mi sembra di essere ancora al liceo, prima di un’interrogazione, quando pur di non incrociare lo sguardo con la professoressa, mi affannavo a riordinare, con maniaca precisione, i libri nello zaino.
Adesso, pur di non essere scelta per qualche attività  extrascolastica di cui “The Queen Mum“ è la solita organizzatrice, mi mostro totalmente assorbita dal mio smartphone.
Sembro impegnatissima a leggere email, mandare messaggi, quando invece passo semplicemente da una pagina all’altra, cancellando foto e controllando le previsioni del tempo.

Una volta, durante l’assegnazione dei compiti per la preparazione della festa di Halloween, mi sono persino messa a far finta di parlare a telefono: una lunghissima conversazione in Italiano con un immaginario interlocutore, a cui ho recitato il “5 Maggio” di Alessandro Manzoni:

«Pronto? A ciaoooo…ei fu siccome immobile…si, si…dato il mortal sospiro! Ma che non lo sapevi? Stette la spoglia immemore…ahahaha! Orba di tanto spiro… si… che vor di’? e che ne so! ahahahah! »

Ha funzionato, “The Queen Mum“ mi ha saltata. Grazie Alex!

Poi c’è “Happy Mum di 5 figli maschi“, la mia eroina, nel senso che ho sviluppato dipendenza da lei: quando mi sento a terra per i miei due mostri, mi ricarico guardando la sua faccia serafica, perennemente sorridente e sento il coraggio tornarmi.
Ho il sospetto che abbia una paresi facciale da crisi isterica cronica, conseguente alla gestione di 5 maschi dai 5 ai 15 anni, ma preferisco illudermi che sia veramente felice.

C’è la sezione “International“ costituita dalle mamme “Cinesi”, “Coreane”, Indiane”, “Turche”, un melting pot di culture, lingue e tradizioni che vengono trasmessi attraverso il modo di vestire, i suoni delle parole e i movimenti del corpo.
Sono tutte molto carine e simpatiche e posso affermare con certezza che sono le mie preferite: tra tutte parliamo un inglese così bislacco e dagli accenti così pasticciati che se ci capiamo è un miracolo.

Ovviamente poi non mancano i papà  i quali però sono più presenti la mattina, quando sono loro a portare i figli a scuola. Tra di loro solo uno è anche nel nostro gruppo di mamme al “ritiro” dei figli: “Camaro Dad“.

“Camaro Dad“ è un gran figo e se l’ingegner Brambilla legge questo post domani, rischio il divorzio.
Perché si chiama così? Perché ha una Camaro del “˜69 arancione con due bande nere, un motore ruggente che quando mette in moto e sgasa lo sentono fino a San Diego.
Dieci punti a “Camaro Dad“!
Per chi non si intendesse di motori: la Camaro Chevrolet, modello odierno, è l’auto usata per il personaggio di Bumblebee dei Transformer.
Altri dici punti a “Camaro Dad“!

Quando i bambini sentono la sua auto arrivare, scattano sull’attenti per salutare il “nonno di Bumblebee”.
Quando “Camaro Dad“ scende dall’auto, sono le mamme a scattare sull’attenti.

“Camaro Dad“ è di poche parole, ma non perché sia di carattere chiuso e ombroso, cosa che lo renderebbe estremamente attraente. àˆ solo che se gli dai l’occasione, l’unica cosa di cui parla sono motori, auto e carburatori.
L’unico che abbia avuto l’onore di avere una lunga conversazione con “Camaro Dad“ è stato l’ingegner Brambilla che per quanto riguarda auto e motori, gioca in casa.

Invidia.

Un giorno “Camaro Dad“, invece di indossare la sua solita uniforme da lavoro, è arrivato con una maglietta nera e un paio di shorts.
Lo so, starete pensando all’effetto “contraccolpo” che una tale visione ha avuto su noi mamme. Ebbene si, c’è stata una certa reazione, fino a che non abbiamo notato i tatuaggi sui polpacci. Sul destro c’è Mickey Mouse in versione angelica, sul sinistro in versione diabolica.

“Fighettina Mum“ ha commentato “Che cariniiiii”, con voce 10mila decibel più alta della soglia di udibilità  umana.

The Queen Mum” ha liquidato la cosa con un aristocratico “Humpf”.

A me son cascate leggermente le braccia, ma d’altronde non si può pretendere la perfezione.

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

8 Commenti

    1. io avrei più bisogno di un riferimento come “Happy Mum di 5 figli maschi” quando sono in down con la gnoma nelle sue splendide fasi “ti faccio incazzare fino all’impossibile” O.O ;P

  1. anche io ho fuori dal nido una eccezionale “happy mum” di 5 figli che si è pure laureata tra il quarto ed il 5°! una grande che soprattutto non si lamenta!!!
    ah forse manca la “madre addolorata” che io purtroppo ho e che si lamenta di tuttooooo anche e soprattutto di quello che non è ancora successo :))

  2. Anche noi abbiamo la queen mum, pero’ qui la chiamano in un altro modo, tipo quell’ essere che lecca quella parte anatomica solitamente nascosta con cui si fa popò,
    è esattamente come la tua e quando un genitore presenta rimostranze contro le insegnanti subito si fa paladina delle maestre a spada tratta, simpatica come una supposta con gli spigoli!!
    Abbiamo anche tante Parking mum, quelle che se potessero parcheggerebbero sui gradini della scuola in modo che il povero figlioletto faccia meno strada possibile per arrivare in classe che poi si sciupa, e che non potendolo fare parcheggiano in tripla fila, solitamente macchine enormi, chiudendo l’ uscita ad altri poveri automobilisti che le ricoprono di insulti non appena si ripresentano a spostare il carrozzone.
    Avevamo anche la happy mum, madre di 6 figli dai 13 ai 3 anni a cui dovrebbero fare un monumento, ma quest’ anno ha cambiato istituto portando il figlio più vicino a casa! Bhe sicuramente vorrei essere anche io un camaro dad, purtroppo mancano i fondi anche per una auto che potrebe sembrare un camaro del 69!!

    1. Ahhhh mi ero dimenticata le Parking mums!!!! Prossimamente un aggiornamento! Grazie Andrea per la dritta 😀

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