Notizie

Lo stupro e la cultura del “se l’è cercata”

Lo stupro è avvenuto a Stanford, nel Gennaio 2015. Un giovane uomo ha violentato una giovane donna, in un vicolo buio, dietro i cassonetti dell’immondizia. Lei era completamente ubriaca tanto da perdere conoscenza. Lui pure ubriaco, ma ancora in grado di muoversi, ne ha approfittato.
Dopo un anno la sentenza di colpevolezza: al giovane uomo vengono dati solo 6 mesi di carcere, come a dire, ormai il danno è fatto, lui non era completamente in possesso delle sue facoltà cognitive, lei era ubriaca…se l’è cercata, a che serve punirlo ulteriormente? È un giovane studente in un’ università privata, un provetto nuotatore, una persona per bene che ha commesso un errore. Tutti sbagliano, giusto?
Si, vero. Però se sbagli paghi le conseguenze e qui le conseguenze non sono minimamente comparabili con il crimine perpetrato.
Bere non è un crimine. Ubriacarsi non è un crimine. Guidare in stato di ebrezza sì, quello è un crimine. Violare il corpo di qualcuno che non ha dato il consenso perché incapacitato dall’alcool, quello sì che è un crimine.
Il giovane uomo, durante tutto il tempo del processo, non ha mai mostrato alcun rimorso e presa di responsabilità per ciò che ha fatto. La difesa ha martellato incessantemente sul fatto che l’alcool ha giocato un ruolo decisivo sulla scelta sbagliata da parte del giovane.

Qui e qui trovate due lettere.
La prima è quella del padre di lui; un tentativo di difesa del proprio figlio. Un padre che lamenta come “20 minuti di attività” hanno per sempre rovinato la vita di questo ragazzo sorridente, spensierato e promettente atleta. Per colpa di “20 minuti di attività” questo ragazzo ha perso l’appetito e il padre è preoccupato perché non ha più voglia di mangiare una bistecca come prima o di rubare le scorte di golosi pretzel in casa.
Oh poverino, lo stupro gli ha fatto passare l’appetito!

La seconda è la lettera della vittima. Parole dure, dolorose, strazianti. Verità che ti scavano dentro e che ti sbattono in faccia la realtà: in ogni momento il tuo libero arbitrio, la tua dignità di essere umano, la tua privacy, la tua sicurezza, la tua vita possono essere violate, danneggiate, calpestate, distrutte come valessero niente. E dopo questo puoi essere lasciata/o sola/o con il tuo corpo, un guscio rotto e disfunzionale, che vorresti toglierti come se fosse un abito strappato e sporco, ma con cui devi convivere per sempre.
Non credo sia necessario aggiungere ulteriori commenti riguardo a questa vicenda in particolare.

Ma non ho finito.

Badate bene, non sto parlando solo di uomini che stuprano donne! Anche gli uomini, specialmente giovani e più indifesi, adolescenti impreparati, possono andare incontro ad eventi traumatici come uno stupro.
Sono un numero inferiore certamente, perché solitamente è l’individuo più forte fisicamente che prevale su quello più debole ed è indubbio che l’uomo sia più forte della donna.
Ma forse i casi di violenza su uomini sono di meno anche perché non vengono denunciati. Caspita! Moltissime donne non denunciano le violenze subìte, perché dovrebbero farlo gli uomini!
Forse per colpa di secoli, millenni, di stereotipi di genere, si da per scontato che all’uomo piaccia sempre il rapporto sessuale e che non debba lamentarsi ma vederlo come un rito di passaggio, un’affermazione della sua mascolinità. Stronzate.
Se non c’è consenso, o se il consenso viene dato per paura o vergogna, si tratta di stupro e vale sia per una donna che per un uomo.

Voglio fare un altro piccolo inciso qui: non sto parlando di femminicidio all’italiana. Ne ho già parlato altrove (qui) e magari ritornerò sull’argomento in un altro momento.

Viviamo in un epoca un po’ confusa, per usare un eufemismo. Ci sono persone che avvalorano (più o meno consapevolmente) quella che viene chiamata, specialmente in USA, “the rape culture”, la cultura dello stupro. In questo gruppo ci sono coloro che rifiutano di prendere una posizione decisa e precisa nei confronti di chi viola la legge e commette un crimine osceno come uno stupro.
In questo gruppo di persone ci sono coloro che affermano “se si ubriaca, se la va a cercare”, “se si veste come una troia, se la va a cercare”, “se frequenta certe compagnie e ha certi atteggiamenti, se la va a cercare”.

Trovo quasi più disgustoso, deplorevole, volgare, osceno e criminale questo modo di pensare piuttosto di quello di uno stupratore impenitente.
Chi afferma “se l’è cercata”, accetta il crimine, lo sdogana da ogni peso giudiziario, carica la vittima di colpe, giustificando il vero criminale.
È innegabile che certi atteggiamenti siano rischiosi, come è innegabile che siamo più o meno tutti soggetti a commettere errori, a usare scarso giudizio, a valutare superficialmente situazioni pericolose, a comportarsi in maniera stupida.
Si può dare responsabilità alla ragazza che si veste in maniera succinta e ha atteggiamenti provocanti, ma fino ad un certo punto. E se si fa, allora la stessa responsabilità la si dovrebbe scaricare anche sui ragazzi che mettono in mostra muscoli deliziosi e pantaloni attillati che non lasciano molto all’immaginazione.
Ma non lo si fa e sapete perché? Perché è veramente raro che una ragazza salti addosso al macho di turno, gli strappi i vestiti e cominci a toccarlo e violarlo in maniera inappropriata, senza avere il suo consenso. Se capita, credo che un uomo sia forte a sufficienza per difendersi. Una donna non ha la stessa forza.
Quindi perché due pesi e due misure? È una mentalità che danneggia tutti, uomini e donne, vittime di chi vilmente e violentemente abusa del suo potere per schiacciare la dignità e il corpo di chi è più debole.

Ho sentito dire “Eh, ma quando l’uomo è arrapato e magari un po’ brillo chi lo ferma più!”. Certo, quando le inibizioni spariscono per via di droghe o alcool, le cose prendono una brutta piega.
Non è una scusa.
Giovani che crescono sentendo i propri genitori e le proprie famiglie affermare che “lei se l’è andata a cercare”, crescono con l’idea che dare sfogo a primordiali, selvaggi, biechi istinti, sia tutto sommato una cosa non grave.
Adolescenti, giovani uomini e donne che vengono allevati con idee confuse, distorte, sbagliate sul sesso e sulla sessualità (e con questo non sto affermando che l’astinenza e il sesso dopo il matrimonio siano la strada giusta, anzi!), fanno scelte sbagliate e troppo spesso sono circondati da una società che li depenalizza, li deresponsabilizza, confondendoli ancora di più. Loro cresceranno e avranno figli e non è poi così strano pensare che li educheranno nella stessa maniera.
Azzardo, con un’analisi forse banale e ingenua, che è sempre stato così dall’alba dei tempi, quando il maschio forte e selvaggio, predava e dominava i deboli, soprattutto le donne.

Si deve continuare così? Si deve continuare a sdoganare la responsabilità di comportamenti criminali e moralmente offensivi, adducendo come ragione l’istinto primordiale del maschio?
Mi rifiuto di accettarlo e non solo perché ho due figli maschi e voglio crescerli come veri uomini, non come trogloditi che pensano con il pisello.
Mi rifiuto anche perché sono stata cresciuta da un padre che tra mille difetti, non ha mai mancato di rispetto verso un altro essere umano.
Sono cresciuta accanto ad un fratello che per quanto grande come un gigante che potrebbe soverchiare chiunque, non ha mai pensato di calpestare la dignità di un altro essere umano, più o meno debole.
Sono persone come loro che devono essere prese come riferimento nella crescita di piccoli uomini.

L’istinto può essere utile quando usato per salvarsi da situazioni di pericolo, ma se si usano bassi, luridi istinti per dominare chi non può difendersi, si è solo bulli, arroganti, prepotenti.

Una minigonna non è causa di stupro. Un bicchiere di troppo non è causa di stupro. Uno sguardo e un ammiccamento sensuale, non sono causa di stupro. Si possono additare tutti questi comportamenti e atteggiamenti come poco seri, poco eleganti, magari sciocchi, ma di certo non si possono considerarli come causa di stupro.
Uno stupratore è causa di stupro.

Fin tanto che al mondo ci saranno persone che portano avanti la cultura del “se l’è cercata”, come a dire che una donna o un uomo violato si meritano quello che è loro capitato, la giustizia sarà  ben lontana dal compiersi.
Parte della nostra missione in quanto genitori, parte della nostra responsabilità in quanto custodi ed educatori di nuovi esseri umani è quella di insegnare il rispetto di sé stessi e degli altri. Non siamo più trogloditi, selvaggi incapaci di distinguere un istinto primordiale da un comportamento civile!
La cultura del “se l’è cercata” deve scomparire.

Articoli correlati

Vedi altro

Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

2 Commenti

  1. Proprio a causa di questi articoli che quel tipo di binomio causa-effetto continuerà ad aver luogo senza mai interrompersi, tu vai ad analizzare la conseguenza e le cause prossime, ma ignori totalmente le causa remote, probabilmente appartieni anche tu al partito delle nazifem con gli occhi foderati di prosciutto…;-).
    1) Il discorso del “se l’è cercata” è un po’ come il mingherlino alto 1,65 m , 45 kg di peso, magro, che si avventura nel Bronx credendosi Van Damme…..cosa può accadere? Potresti immaginarlo da sola.
    2) Lla violenza va condannata su / contro chiunque (quindi Donne, Uomini, Bambini, Bambine, Animali ecc.), ti rendo noto che da diversi anni la liberalizzazione dei costumi, la subcultura del “6 politico”, la mancanza di educazione nelle scuole, in certi contesti familiari ecc..hanno portato al relativismo culturale.
    3) Se è vero che bere non è un reato, è pur vero che chiunque faccia (ab)uso di alcol (che sia maschio o femmina non ha alcuna importanza), tanto sano di mente non lo è. Non si tratta di una “sbronzetta” tra amici al party degli studenti, si tratta perlopiù di persone che vanno a sbronzarsi per esempio ad Ibiza, Santorini, oppure nelle nostre città, ma in maniera COSTANTE e PERMANENTE.
    4) Il “divertimento presunto”: si pensa oggi che il sesso sia esclusivamente DIVERTIMENTO. Il sesso è ANCHE ma NON SOLO divertimento, se lo si fa con il/la proprio/a partner. Quando invece si diventa mentecatti e ci si creano decine di profili su badoo, meetic, chatta e porcate varie, ecco che si toglie importanza e valore al sesso, lo si banalizza, si diventa superficiali.
    5) Ti ricordo inoltre che i dati relativi alla violenza sulle donne sono rimasti stabili e che il fenomeno viene appositamente amplificato dai media. Vogliamo negare anche l’evidenza?
    6) Visto che sei la madre migliore del mondo (a parole) per aver cresciuto dei veri Uomini che non ragionino col pisello, vai ad insegnare a tutte le tue colleghe mamme di figlie femmine a crescere ANCHE le loro figlie senza ragionare con la “passerotta”, con la fantasia dei “principi azzurri, belli come Brad Pitt, ricchi come Gyorgy Soros, accattivanti come Gabrile Garko” ecc….vai ad insegnare loro che l’uomo depilato è un fantoccio ridicolo, insegna loro che una vera Donna sa scegliere davvero chi può starle accanto (quindi nè superiore nè inferiore) ecc…..Insegna alle tue colleghe che le femmine italiane di oggi, in media, continuano a saltare da un pisello all’altro e probabilmente sono loro stesse le cause di tanti mali che ci sono in giro. Insegna alle tue colleghe a crescere delle figlie che , una volta sposate, non mandino l’ex marito (già di per sè cornuto e mazziato) a mangiare minestre alla Caritas tramite spennamento continuo causa passaggio di alimenti. Insegna alle madri delle tue colleghe che hanno figli femmine che l’italiana media è una FANNULLONA che vuol viver da mantenuta e ci sono centinaia di migliaia di casi.
    7) Dopo aver fatto tutto questo (cosa che non accadrà perché hai gli occhi foderati di prosciutto) allora potrai direi che bisogna “eliminare la cultura del se l’è cercata”.

    Buon divertimento e mi raccomando, dai sempre la colpa ai “cattivi e beceri uomini del medioevo”…vedrai che da domani saremo tutti più felici ed immuni da promiscuità, lussuria, banalizzazione del sesso, liberalizzazione dei costumi ecc….;-)

    1. Atanasio, ti consiglio di rileggere attentamente il mio post, di valutare cio` che ho scritto perche` e` quasi allineato con cio` che scrivi tu. Ti invito anche ad andare a leggere questo altro mio post https://www.oasidellemamme.it/2015/01/femminista-dico-femminicidio-non-unemergenza/, dove do un opinione (condivisibile o meno) non allineata con la massa a proposito del femminicidio.
      Ti invito anche a leggere qui https://www.oasidellemamme.it/2016/02/il-femminismo-e-la-donna-sottomessa/ e qui https://www.oasidellemamme.it/2015/03/perche-celebro-festa-donna/ per farti capire che sono una femminista ma non una nazifem, o come dicono gli americani, una straw feminist.
      Quando avrai letto con piu` calma e avrai ancora voglia di commentare, ne riparliamo 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Back to top button

Adblock Detected

Please consider supporting us by disabling your ad blocker